Paola Cimarelli (*)
Era il 22 Novembre del 1941 quando Zeno e Lina si sposarono. Lui, 22 anni, era in Albania per la guerra, ed ottenne una licenza per il matrimonio. Lei, ventenne, avrebbe voluto festeggiare quel giorno in situazioni migliori, ma quella maledetta guerra non lasciava intravvedere nulla di buono per l’immediato futuro, pertanto decisero di non aspettare: in due, quei momenti difficili si sarebbero affrontati meglio. Dopo 22 giorni Zeno ritornò in Albania, Linuccia (così la chiamano tutti) ad aspettare e pregare per il suo ritorno.
Nozze di ferro son chiamate quelle per i 70 anni di matrimonio, la definizione non può essere più appropriata per i due festeggiati: nozze di ferro, per due persone di ferro. Così li conosciamo noi, abitanti di Maiano, che li abbiamo visti sempre insieme in questi lunghi anni, affrontare le difficoltà della vita, la malattia, sempre con fiducia e con un sorriso per tutti. Persone di ferro, dalla volontà incrollabile, raro esempio per tutti noi, resi vulnerabili dal parossismo della società del benessere che abbiamo costruito. Essi sono la memoria storica della nostra comunità, a Zeno tante volte ho fatto ricorso per le sue storie, racconti di vita incredibili pur nella semplicità delle trame, belli proprio per questo.
Ieri hanno festeggiato 70 anni di matrimonio nella chiesa di Maiano. Ad officiare la cerimonia è stato l’arcivescovo di Spoleto, mons. Renato Boccardo, insieme al parroco don Daniel Janckusco e a don Eugenio Bartoli. A gioire con loro i figli Domenico e Claudia, la nuora Vera e il genero Franco, le nipoti Simona e Lucia e il pronipote Lorenzo. Con loro, e non poteva essere diversamente, anche gli amici e compaesani. Appresa la notizia anche il sindaco di Spoleto, Daniele Benedetti, ha voluto testimoniare con un telegramma l’affetto e la riconoscenza della cittadinanza alla coppia. A Zeno e Linuccia giunga tutto il nostro affetto e gratitudine.
(*) per Tuttoggi.info
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