“Vi comunico che il signor giudice delegato ha decretato la revoca per inadempimento delle aggiudicazioni a Fattorie dell’Umbria srl e con altro provvedimento ha disposto la proroga dell’esercizio provvisorio e l’autorizzazione al rinnovo della cigs sino al 22/12/19″. E’ affidato ad un messaggio whatsapp, arrivato giovedì mattina ai sindacati, l’ultima novità relativa all’ex Gruppo Novelli ed in particolare al comparto delle uova. Ad inviarlo è stato il curatore fallimentare Fernando Caldiero, rimasto da solo a gestire la procedura di fallimento di Alimentitaliani su incarico del Tribunale di Castrovillari visto che di recente si è dimesso (almeno così emerge ufficiosamente) l’altro curatore, Giorgio Meo.
Quali siano i motivi della revoca dell’aggiudicazione del bando che era avvenuta a fine luglio nessuno al momento lo sa, per lo meno in Umbria. La notizia è arrivata come un fulmine a ciel sereno tra Spoleto e Terni visto che – nonostante alcuni dubbi nelle ultime settimane – di recente era emerso come la società Fattorie dell’Umbria srl del gruppo Eurovo fosse pronta alla firma dell’affitto del ramo d’azienda.
“Era stato convocato l’incontro che doveva servire per firmare l’accordo per l’affitto, le interlocuzioni erano proseguite e la società era pronta alla firma anche senza accordo sindacale” spiega Gianluca Menichini della Flai Cgil. Poi all’improvviso la scorsa settimana l’appuntamento è stato rinviato. Nonostante sugli aspetti sindacali pare si stessero facendo passi avanti (anche se con la posizione differente di Cisl rispetto a Cgil e Uil). Compreso il nodo del pagamento del TFR che aveva provocato frizioni tra Fattorie dell’Umbria (Eurovo) e sindacati. “Non capiamo come mai si è arrivati a questo punto” commenta Menichini, in attesa di vedere gli atti ufficiali della revoca dell’aggiudicazione e di sapere qualcosa in più, come tutti i lavoratori interessati.
A Spoleto, intanto, l’amministrazione comunale è vigile su quanto sta accadendo all’ex Gruppo Novelli. Lo fa attraverso il consulente del sindaco che si occupa di vertenze lavorative, Rosario Murro, che nelle scorse settimane ha incontrato i lavoratori preoccupati per i ritardi nel subentro della nuova società negli stabilimenti locali e che è pronto a chiedere un incontro al curatore fallimentare per capire meglio la questione.
Unico punto comunque che appare positivo al momento è la proroga della gestione provvisoria di un anno, quindi fino al 22 dicembre 2019, e conseguentemente anche della cassa integrazione. Nel frattempo è stata confermata l‘assegnazione del ramo petfood alla società Salmontrutta, mentre per il ramo del panificio, dopo il primo bando deserto, la gestione dovrebbe passare alla società Ternipan dopo l’aggiudicazione nei giorni scorsi.
Ma proprio la cooperativa creata da una parte dei dipendenti ex Alimentitaliani ha attirato su di sé le ire dei restanti dipendenti ternani. Perché della Ternipan farebbero parte alcuni lavoratori che avrebbero sostenuto la gestione della famiglia Greco, non aderendo allo sciopero dei loro colleghi e venendo ‘risparmiati’ per questo dal licenziamento.
Durissima la nota inviata dal gruppo di dipendenti contro i loro colleghi. “In merito agli innumerevoli comunicati apparsi nei giorni scorsi sui media locali – scrivono – la presente si rende doverosa perché la nuova entità “spacciata” come cooperativa dei dipendenti in realtà non lo è affatto in quanto ad oggi comprende come soci circa il 25% dei dipendenti dello storico marchio Interpan. La Ternipan non ci rappresenta! Non rappresenta la storia dell’azienda, non rappresenta nulla!
Chi è, chi sono i manager? Siamo sicuri della loro compatibilità con ruoli svolti in altre aziende nel territorio? Il piano industriale chi lo conosce? Non sono accettabili cariche societarie ricoperte da personaggi che in passato hanno sposato la politica di imprenditori indagati per bancarotta fraudolenta e che hanno conservato il posto di lavoro solo per non aver aderito ad uno sciopero. Consideriamo quindi inopportune al momento le chiamate di Ternipan per i colloqui conoscitivi con il personale in forza.
Ci chiediamo infine, come mai sia rimasta alla porta una manifestazione di interesse come quella formulata pubblicamente il 26/05/18 da una importante realtà imprenditoriale regionale, la Molini Popolari Riuniti di Umbertide.
Noi dipendenti ex Gruppo Novelli in CIGS da quasi due anni, facciamo un appello ai sindacati, alle istituzioni e a tutte le forze politiche affinché non si ripetano gli errori del passato, si vigili. In questo momento ci sono grosse difficoltà anche nell’affitto del ramo di azienda del settore uova oltre alla notizia delle dimissioni di un curatore fallimentare. Sono praticamente fermi i percorsi di ricollocazione con il centro per l’impiego. Si rischia di buttare al vento tutto!”.
Ovviamente, a complicare ancora di più le cose, rimane pendente il contenzioso tra i curatori fallimentari di Gruppo Novelli e quelli di Alimentitaliani e, di fatto, lo scontro tra i tribunale di Terni e Castrovillari. Al centro c’è l’istanza di annullamento della vendita degli asset del Gruppo Novelli ad Alimentitaliani del gruppo iGreco avvenuta due anni fa al costo simbolico di 1 euro. Un atto che a cascata ha provocato poi il fallimento sia del Gruppo Novelli (nella primavera 2017) che di Alimentitaliani (un anno fa). Con i creditori di entrambi rimasti con un palmo di naso ed i lavoratori da tempo appesi ad un filo.
(modificato alle 14.20)