Jacopo Brugalossi
Campale. Non c’è altro aggettivo per descrivere la giornata che sindacati e lavoratori del Gruppo Novelli hanno vissuto oggi davanti e dentro lo stabilimento di Spoleto. Dallo sciopero iniziato stamattina alle 6 all’incontro serale con il dottor Alberto Alfieri (uno dei componenti del nuovo Cda), è stato tutto un susseguirsi di comunicati, prese di posizione, smentite, speranze. Ma andiamo con ordine.
L’inghippo degli agrari – Il problema ruota intorno alle sorti dei circa 200 dipendenti del Gruppo con contratti agricoli, impiegati per la stragrande maggioranza a Spoleto nella fattoria e nell’azienda agraria, che non essendo società di capitali e non avendo un Cda, non può rientrare nel concordato né fallire. Ecco l’inghippo. Questi lavoratori, che non vedono il becco di un quattrino da agosto, non possono beneficiare dell’acconto di 800 euro versato a tutti gli altri poiché formalmente non dipendono dal nuovo Cda, ma sono ancora sotto l’egida della famiglia Novelli. Un problema serio, forse sottovalutato fino ad ora dagli stessi sindacati, che in questa vertenza hanno sempre dimostrato di avere veramente a cuore le sorti dei lavoratori e il futuro dell’azienda.
“Con famiglia ma senza stipendio” – Né il comunicato diramato in mattinata dalla proprietà – in cui il Cda affermava che nonostante i lavoratori agricoli non rientrino sotto la sua diretta responsabilità si sta adoperando per riconoscere anche a loro gli 800 euro – né il tentativo “last minute” di Torquato Novelli, che ha convocato tutti in assemblea, sembravano aver convinto gli scioperanti ad interrompere la protesta. “Torneremo a lavorare solo nel momento in cui avremo i soldi in tasca”, hanno affermato i pochi che non erano voluti salire in sala riunioni per parlare con Torquato Novelli. Le stesse parole rivolte al fratello Ferdinando, che si è fermato in auto di fronte ai cancelli e ha provato a far ragionare i suoi dipendenti. “Io e mio marito lavoriamo qui da oltre 20 anni – gli ha detto una donna – non è giusto quello che state facendo. Abbiamo due figli di 6 e 8 anni, non potete tenerci senza stipendio per 4 mesi”.
La luce in fondo al tunnel – La svolta è arrivata oggi pomeriggio, quando ai dipendenti ancora in presidio davanti ai cancelli è stata data la comunicazione che un fax era partito dalla proprietà direttamente verso le banche. Pare che in quelle poche righe fosse stato messo nero su bianco l’accredito necessario per liquidare finalmente gli 800 euro ai lavoratori agrari. Sciopero sospeso dunque, anche se resta lo stato di agitazione. Ma c’è di più. E’ stato infatti anticipato a stasera l’incontro che i sindacati avrebbero dovuto avere domani con Alberto Alfieri. “Un incontro chiarificatore – riferisce il responsabile territoriale della Fai-Cisl Loreto Fioretti – e molto costruttivo, durante il quale il nuovo Amministratore Delegato del Gruppo ha confermato che entro dopodomani arriveranno gli 800 euro. Il problema dell’azienda agraria – ha detto ancora Fioretti – sarà inoltre risolto a breve anche dal punto di vista giuridico, col nuovo Cda che assumerà la governance di tutti i comparti aziendali inglobando quelli finora rimasti fuori. Siamo inoltre molto ottimisti per il futuro – ha chiosato il sindacalista, – anche perché ci sono buone probabilità che il nuovo piano industriale del Gruppo venga presentato già entro la fine di quest’anno, ben prima che scadano i termini previsti dalla legge”.
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