Un nuovo allestimento museale per ricordare don Stefano Felicetti, prematuramente scomparso ma ancora vivo nel ricordo di tutta la comunità nursina e non solo. E' stato inaugurato sabato scorso presso il chiostro della Castellina, alla presenza del Commissario Straordinario del Comune di Norcia Giancarlo De Filippis, del vice presidente della Regione Umbria Carlo Liviantoni, della dottoressa Liliana Costamagna per la Sovrintendenza archeologica per l'Umbria, della dottoressa Ranieri della Regione Umbria e di Monsignor Mario Curini per l'Arcidiocesi di Spoleto-Norcia. Presenti ad illustrare il nuovo progetto, ovviamente, anche i suoi promotori: la presidente di Archeonursia Maria Angela Turchetti e la dottoressa Anna Rita Bucchi per il Lions Club Valnerina. La nuova mostra archeologica, “Funere mersit acerbo: tombe infantili dalle necropoli di Nursia in ricordo di don Stefano Felicetti”, è stata allestita in due sale al piano terra del palazzo del Vignola al fine di consentire la fruizione pubblica di interessanti reperti archeologici venuti recentemente alla luce nel piano di Santa Scolastica, presso la zona industriale della città, appartenenti a tombe infantili databili tra III sec. a.C. ed età imperiale romana. “La mostra – ha detto il vice presidente regionale Liviantoni – è segno della forte volontà e capacità di questa comunità a ricercare le proprie radici e a comprendere il proprio sviluppo. Parlare di tombe – ha sottolineato – non significa parlare di ciò che non esiste più ma della vita. Investire nei rinvenimenti non vuol dire investire sul passato ma sul futuro”. “Per la quarta volta in pochissimi anni – ha affermato la dottoressa Costamagna – la Soprintendenza ha l'onore di registrare a Norcia un altro straordinario risultato: un risultato che fa emergere il valoroso capitale umano di questa comunità”. Ma gran parte della cerimonia inaugurale della mostra, dettagliatamente illustrata dalla dottoressa Turchetti, responsabile del Circuito Museale Nursino, è stata dedicata alla figura di don Stefano Felicetti e al suo operato. “Quale socio fondatore di archeonursia e membro del suo consiglio direttivo, don Stefano si è impegnato attivamente per la salvaguardia e valorizzazione del patrimonio culturale di Norcia e della Valnerina”, ha sottolineato la dottoressa Turchetti. “Il profondo amore che nutriva per la sua terra – ha continuato – lo ha ispirato, per tutta la vita, ad un impegno continuo e proficuo che negli ultimi anni si è concretizzato nella segnalazione di siti archeologici, nel contributo a studi specialistici, nel restauro di opere d'arte e reperti archeologici, anche grazie alla ricerca di sponsor sovvenzionatori e contributi finalizzati all'esposizione dei materiali restaurati nei musei locali. Archeonursia ama ricordarlo così, sempre sorridente e disponibile, saggio e mai invadente nei consigli e nelle decisioni, quando, fino all'ultimo, negli scavi archeologici, aiutava a portare via la terra rimossa e risolveva i piccoli problemi logistici che si creavano o arrivava con provvidenziali bibite per dissetare gli stanchi ma impegnati ‘archeonursini'”. “In tutte le sue attività – ha aggiunto anche monsignor Curini – don Stefano è stato animato dalla sua profonda fede cristiana e da un grande senso dell'umano. Gli dobbiamo gratitudine – ha esortato – per averci aiutato a riscoprire il Vangelo incarnato, il modo semplice di rapportarsi con gli altri, al di là del suo ruolo”. La cerimonia di inaugurazione si è conclusa con l'apposizione di una targa commemorativa con dedica di alcune sale del Museo, appena ristrutturate grazie a fondi ministeriali, al sacerdote nursino e con la consegna alla madre di don Stefano, la signora Anita Fraschetti, del massimo riconoscimento alla memoria che il Lions Club è solito conferire a figure di eccezionale rilievo per la comunità e la storia di un territorio.