Celebrazioni solenni anche a Norcia, questa mattina, per la ricorrenza della festa dell’Unità nazionale e delle Forze Armate. Come tradizione, la cerimonia, civile e religiosa, ha visto la partecipazione di associazioni combattentistiche e d’arma e di numerose autorità. Da Porta Romana, dove si è tenuto il raduno, il corteo dei partecipanti, con in testa il gonfalone comunale e la banda cittadina, si è spostato presso la concattedrale di Santa Maria Argentea, dove il parroco don Luciano Avenati ha celebrato la Santa Messa. La cerimonia civile è seguita subito dopo presso il monumento dei caduti in piazza Vittorio Veneto, con la deposizione della corona di alloro e la consegna della bandiera tricolore e della Costituzione italiana ai giovani diciottenni del 2013. Il primo cittadino, Gian Paolo Stefanelli, affiancato dall’assessore alle politiche giovanili Ida Gentili, ha fatto le sue riflessioni ufficiali sulla ricorrenza per poi far riflettere sul senso del “4 novembre” oggi.
“Se il momento storico che stiamo vivendo è drammatico – ha sottolineato – c'è più che mai bisogno, anche nell'ambito locale, di consapevolezza e di corresponsabilità. Siamo tutti chiamati a sostenere grandi sacrifici per via della crisi economica che sembra non avere mai fine… Ma questi sacrifici non devono mettere a repentaglio la coesione sociale e la giustizia. Dovremmo anzi riuscire a ritrovare quell’Unità di cui ci riempiamo sempre la bocca, quell’Unità che ricordiamo sempre in questa ricorrenza particolare”. E il riferimento alla situazione politica e sociale attuale è stato evidente. “Gli accadimenti della storia presente ci parlano non di un Paese unito ma di un Paese diviso e fazioso. Ovunque si avverte un forte senso di smarrimento, di lacerazione, di rassegnazione. Da qui l’esigenza di non rassegnarci al peggio e di recuperare l’orgoglio di ritrovarci attorno ai grandi valori che hanno fatto le stagioni migliori della nostra storia. Dobbiamo essere capaci di ritrovarci uniti attorno ai grandi interessi nazionali che sono ben altra cosa rispetto al teatrino degli equivoci e degli inganni, peraltro bipartisan, che quotidianamente ci propone la classe politica e non solo essa. La ricorrenza che oggi celebriamo deve essere certo un’occasione per riflettere sulla nostra storia, ma deve ancor più essere un’occasione per riflettere sul nostro presente quale punto di partenza per immaginare il nostro futuro. Ciò che è in gioco non è l'esito di una stagione politica: è il futuro della nostra democrazia, è il futuro della nostra capacità di coesione; è il futuro che noi saremo capaci di garantire ai nostri giovani”.
“Oggi, cari ragazzi – ha proseguito – vi consegniamo due simboli della nostra storia: la bandiera tricolore e la Costituzione della Repubblica Italiana. Fatene tesoro. La Costituzione e il Tricolore sono simboli che devono unire e non dividere. Devono farci amare la nostra Patria. Leggete la Carta Costituzionale con attenzione. In essa sono racchiusi e illustrati i diritti e i doveri di tutti noi. Diritti e doveri che tutti, indistintamente, dovremmo difendere, rafforzando il senso di coesione nazionale e criticando quelle forze politiche che, propinando deleteri modelli di frattura, minano il principio irrinunciabile di un’Italia unica e indivisibile. Serve un grande sforzo comune e se lo vogliamo – ha concluso – sono sicuro che ce la possiamo fare e l’esempio che ci deriva dal passato ci può aiutare!”.