“Giorno lieto, del gran condottiero Benedetto, giorno che porta doni di nuova luce, oggi si festeggia”. Sono le parole risuonate a Norcia il 20 e 21 marzo in occasione delle celebrazioni di S. Benedetto. Molti i fedeli che, nonostante il freddo ancora pungente, si sono ritrovati in preghiera nella basilica edificata sul luogo dove il patrono d’Europa e la sua gemella Scolastica sono nati nel 481 circa: il 20 sera c’è stata la celebrazione dei primi vespri e del transito e il 21 mattino il solenne pontificale, preceduto dal corteo storico. Entrambi i momenti sono stati presieduti da mons. Renato Boccardo, arcivescovo di Spoleto-Norcia. All’inizio della Messa il parroco di Norcia, don Luciano Avenati, ha salutato il Vescovo ed ha affidato a S. Benedetto la prossima Visita pastorale di mons. Boccardo al Vicariato della Valnerina, che si avvierà il prossimo 13 aprile. Presenti, oltre naturalmente ai monaci benedettini di Norcia, numerosi sacerdoti della Chiesa di Spoleto: S. Benedetto, infatti, insieme a S. Ponziano, è patrono dell’intera Archidiocesi. Cospicuo pure il numero delle autorità civili e militari: c’era il Prefetto di Perugia Vincenzo Cardellicchio, rappresentanti della Regione Umbria e della Provincia di Perugia e molti sindaci, ad iniziare da quelli di Norcia e Spoleto, Gian Paolo Stefanelli e Daniele Benedetti.
La comunità nursina, civile ed ecclesiale, dunque si è ritrovata unita per raccontare ancora una volta il fatto che Benedetto e i suoi discepoli hanno gettato le fondamenta del monachesimo occidentale, divenendo maestri di spiritualità e di pensiero, costruendo l'Europa e unificandola sui comuni valori cristiani, contribuendo in modo unico alla sua civilizzazione. È grazie al monachesimo benedettino, tornato a Norcia nel 2000, che si sono promossi gli studi, le industrie e le arti; le abbazie si sono collocate al centro della vita non soltanto religiosa, ma anche culturale, sociale e politica dell’Europa. L'opera di S. Benedetto da Norcia rappresenta un innegabile cemento per l'Europa e il suo cammino storico. E proprio per queste ragioni dal 13 al 17 marzo scorso una delegazione congiunta di Norcia, Subiaco e Cassino ha portato la fiaccola benedettina fino a Parigi, capitale moderna, dove le razze e le culture si incrociano e si arricchiscono reciprocamente. Sotto le arcate austere e solenni della Cattedrale di Notre Dame, l’umile segno della fiaccola – ritornata a Norcia la sera del 20 marzo – ha ricordato e proposto a tutti il messaggio sempre attuale del grande Santo di Norcia.
Nell’omelia mons. Boccardo ha ricordato come la figura di S. Benedetto, luminosa e straordinaria, «continua ad esercitare un grande fascino, sia per la sua coraggiosa e chiara testimonianza di fedeltà a Cristo, sia per la sua profonda conoscenza dell’animo umano. Per questo guardiamo a lui non solo come ad un protettore, ma anche come ad un educatore, nella consapevolezza che il suo messaggio spirituale è capace di offrire ancora un’indicazione di rotta, per evitare che il grande processo di unificazione europea si realizzi all’insegna di un pragmatismo privo di anima. Anche oggi – ha continuato il Presule – abbiamo bisogno di uomini come Benedetto il quale, in un tempo di dissipazione e di decadenza non così diverso dal nostro, seppe ricercare e trovare la via della verità e della sapienza e raccogliere attorno a sé le forze dalle quali si formò un mondo nuovo». Nel mondo moderno – si è poi chiesto Boccardo – è ancora possibile parlare di umiltà, gratuità, rinuncia a se stessi, dedizione agli altri? «Noi – ha detto – crediamo di sì e, alla scuola di san Benedetto, osiamo proporli come valori sui quali fondare il vivere comune e l’edificazione della società. Utopia? Sogno? Qualcuno lo potrebbe credere. San Benedetto – ha concluso il Vescovo di Spoleto – ci dice che questa è la via. Quanti altri personaggi storici hanno creduto di aver coniato la “formula vincente”, e la loro memoria si perde nel buio dei secoli… Dopo 1500 anni Benedetto, invece, parla ancora».