Nazzareno, per tutti Lello, ce l’ha fatta e ieri è tornato a casa dopo oltre un mese di battaglia contro il coronavirus. E’ stata festa grande a Spoleto dove l’arzillo ottuagenario vive con la moglie Ernesta i tre figli e i nipoti.
La battaglia è cominciata quaranta giorni fa quando i sintomi di quella che sembrava una semplice influenza peggiorano causando una grave crisi respiratoria.
Il trasferimento dapprima all’ospedale di Spoleto, poi in terapia intensiva a Perugia dove il novantaduenne lotta per quella che è stata la sua battaglia più difficile. Dopo gli anni dell’infanzia per la seconda grande guerra.
Superata la fase acuta, lo spoletino è stato trasferito al centro Covid di Todi dove ha potuto fare la riabilitazione e rimettersi in forza per il rientro a casa.
Ad attenderlo ieri, tenendosi a distanza di sicurezza, c’era tutta la famiglia, a cominciare dalla moglie, di 87 anni, con la quale, dopo una carezza, si è tenuto a lungo la mano per il felice ritorno.
Anche lei era positiva (asintomatica) al Covid dal quale è uscita una settimana fa quando i tamponi hanno confermato la remissione completa del virus: si è contagiata con ogni probabilità quando le hanno portato in ospedale il suo amore, che ha voluto baciare sulla bocca terrorizzata all’ipotesi di non poterlo più rivedere.
Ai parenti ha raccontato la sua esperienza ed in particolare di quanto “sono stati gentili e bravi medici e infermieri dell’ospedale di Perugia e Todi che mi hanno curato davvero bene”.
Nei giorni scorsi il caso di Lello era rimbalzato indirettamente alle cronache per l’intervento del figlio Paolo il quale, dovendo accudire la mamma positiva, si era rivolto con una lettera aperta al sindaco di Spoleto denunciando di non avere ricevuto alcun dispositivo di protezione e di doversi arrangiare con alcune protezioni di fortuna .
Una lettera che per fortuna è stata notata dalla Presidenza della regione e dalla Croce Rossa italiana che in meno di 24 ore hanno messo a disposizione dei familiari tute, mascherine, guanti e prodotti igienizzanti.
Tornando a Nazzareno, il nonnino, grazie alla sua fibra davvero invidiabile, vorrebbe già uscire per andare in paese, a Baiano di Spoleto, dove tutte le mattine si reca in edicola per l’acquisto del giornale e al forno per il pane. Per il momento però dovrà rassegnarsi ad affrontare un ulteriore periodo di quarantena come prevede il protocollo sanitario.
Il sereno è quindi tornato in questa famiglia. C’è voglia anche di scherzare ed è proprio Lello che a chi gli chiede come è stata questa disavventura commenta con un “virus…al diavolo! tiè!” portando di scatto la mano sinistra a metà del braccio destro, anche detto “l’ombrello del nonno”.
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