Che Parco Ranghiasci fosse in un degrado infinito lo si sa ormai da tempo immemore ma forse, a Gubbio, non tutti sono consapevoli che l’area verde, spesso, diventa anche pista improvvisata per moto da enduro.
Solitamente di sabato o nei giorni festivi lo spericolato centauro (sembrerebbe sempre lo stesso) arriva puntuale nella zona – esclusivamente pedonale – andando su e giù per lo stradone che conduce al parco, derapando nel giardino e salendo pure sulle scale del tempietto, in pieno sfregio nei confronti di un luogo storico ma anche degli increduli presenti.
“La storia si ripeterebbe da almeno 3 anni – ci dicono alcuni cittadini, che sono riusciti anche ad immortalare l’ignoto endurista in fuga – e soprattutto nei weekend. Lo abbiamo segnalato più e più volte alla Polizia locale ma non è mai stato fatto nulla. Inoltre casco integrale e moto senza targa non permettono nemmeno un facile riconoscimento del motociclista. Nel cuore della città una roba del genere non è più tollerabile”.
Si tratta dell’ennesimo episodio che certifica l’ormai totale abbandono senza fine in cui versa Parco Ranghiasci, con il villino devastato e gli infissi a pezzi, oltre alle migliaia di incursioni di cinghiali che vengono spesso ad “ararlo” a dovere. Di sicuro qui non serve assolutamente gente che scambia un’area pubblica e pedonale, in pieno centro storico, per un circuito motociclistico.
Va pure detto che l’ultima vera iniziativa pubblico-privata per far “rivivere” il Parco risale addirittura al 2015, quando nel villino vennero ospitati i corsi della “Scuola dei mestieri e delle professioni” (il progetto durò poco più di un anno). Ad oggi quello che manca – come già sottolineato in un recente Consiglio comunale – è infatti un investimento risolutivo, dovuto forse anche alla logistica dell’area, in salita e difficilmente raggiungibile, che rende poco appetibile un eventuale interesse imprenditoriale.