Spoleto

“Non è stato tentato omicidio”, la Procura di Spoleto fa ricorso per Cassazione

La Procura della Repubblica di Spoleto presenta ricorso per Cassazione sulla decisione del tribunale del Riesame di riqualificare in lesioni il reato di tentato omicidio ipotizzato nell’inchiesta che un mese fa aveva portato all’arresto di tre 21enni.

Il caso di cronaca, che dopo gli arresti aveva creato grande scalpore in città, era avvenuto a fine aprile, con un giovane spoletino che dopo una lite al bowling era stato brutalmente aggredito nei pressi della scuola media “Pianciani” e poi in un altro luogo prima di essere scaricato fuori dal pronto soccorso di Spoleto. All’esito delle delicate indagini condotte dalla polizia (in campo gli agenti del commissariato cittadino e quelli della squadra mobile di Perugia) erano appunto finiti in carcere tre coetanei dell’aggredito. La pesante accusa per tutti era di tentato omicidio: secondo gli inquirenti – sostenuti da una apposita perizia – i colpi inferti al capo con un oggetto metallico (una chiave a L) avrebbero potuto essere fatali se l’aggredito non si fosse difeso con un braccio.

Ma il tribunale del Riesame nei giorni scorsi ha accolto il ricorso presentato dagli avvocati di uno dei tre giovani, riqualificando il reato in lesioni e scarcerandolo. Un pronunciamento su cui ora il procuratore capo di Spoleto, Claudio Cicchella, annuncia ricorso. “La Procura della Repubblica di Spoleto, – si legge nella nota – preso atto dell’ordinanza n. 134/24 emessa in data 11.7.2024 dal Tribunale di Perugia, Sezione Riesame, nell’ambito del p.p. 1055/24 r.g.n.r. mod. 21, con la quale il Tribunale, in accoglimento dell’impugnazione proposta nell’interesse di uno dei tre indagati, ha ritenuto non corretta la contestazione di tentato omicidio in concorso operata da questo Ufficio ed ha riqualificato il fatto quale concorso nel reato di lesioni personali lievi, comunica che in data 19.7.2024 ha depositato ricorso per Cassazione, ex art. 311 c.p.p., ritenendo non adeguatamente motivato il predetto provvedimento e non condivisibili gli argomenti spesi per sostenere la riqualificazione giuridica del fatto”.