“Imperizia e negligenza nell’esercizio della professione medica”. E’ questo il capo d’imputazione a carico di un noto radiologo dell’Ospedale di Città di Castello, accusato di lesioni personali colpose nei confronti di una paziente di Assisi.
Tutto è cominciato nel 2008, a Città di Castello, con un normale controllo al seno della donna, ignara di covare già la malattia. Questo esame fatto dal suddetto radiologo, però, non trovò niente di strano e la situazione di salute della donna risultò quindi nella norma. La paziente, comunque, un anno dopo tornò a fare un controllo da un altro dottore e la diagnosi fu ben diversa: un carcinoma in fase avanzata, sviluppatosi proprio un anno prima, nella mammella destra.
La donna, allora 46enne, iniziò dunque il suo calvario fatto di cure nel noto Istituto Europeo Oncologico di Milano, sottoponendosi a una mastectomia totale della mammella destra, a una parziale di quella sinistra, alla chemioterapia, alla radioterapia e all’asportazione dei linfonodi ascellari. Tutti interventi, quest’ultimi, che avrebbero potuto essere evitati grazie alla prima visita dal radiologo imputato, rivelatasi poi una “svista”. La delicata inchiesta, finita poi nel palazzo di giustizia, parte proprio da qui.
La donna si è così costituita parte civile, insieme al marito, chiedendo un risarcimento di svariati milioni di euro. Si tornerà in aula il 24 settembre quando i due consulenti nominati dal tribunale di Perugia presenteranno la relazione che hanno stilato in merito al caso, potendo così valutare le reali responsabilità del medico coinvolto sulla vicenda.