La casa famiglia del Sacro Cuore ospitava anziani che, viste le loro patologie, avrebbero avuto bisogno di una struttura sanitaria specializzata. Per questo il suo legale rappresentante, don Alessandro Lucentini, è finito sotto processo, con l’accusa di aver infranto un regio decreto degli anni ’30, quello che regolamenta i servizi sanitari e questo tipo di strutture.
La vicenda approdata davanti al giudice Augusto Fornaci è relativa al 2011: un esposto fa scattare un sopralluogo dei carabinieri del Nas nella casa famiglia parrocchiale. Emerge che tre degli anziani ospiti non sono del tutto autosufficienti, cosa che successivamente sarebbe stata accertata anche dall’Asl. Per quegli utenti serviva una struttura idonea, mentre quella del Sacro Cuore non aveva i requisiti di legge per ospitarli. Da qui l’inchiesta penale a carico del parroco, difeso dall’avvocato Paolo Santoni. Ieri in aula è stato sentito uno dei militari che procedette al sopralluogo, ma anche alcuni dipendenti della struttura. Al di là della mancanza dei requisiti tecnici per ospitare non autosufficienti, comunque, è emerso come gli ospiti della casa famiglia fossero accuditi tutti in modo molto competente e con cura.