Terni

Nomine Cda Sii, “sconcerto e ferma condanna” di 14 sindaci

“Il centrodestra unito, preso atto del comportamento del Comune di Terni riguardo alle nomine del Cda del Sii, vuole esprimere il proprio sconcerto e una ferma condanna per quanto avvenuto”. A dichiararlo, in una nota, i sindaci di Acquasparta, Amelia, Attigliano, Castel Giorgio, Fabro, Ficulle, Giove, Monteleone di Orvieto, Orvieto, Otricoli, Polino, Porano, San Gemini e Stroncone dopo le votazioni in merito ai vertici dell’azienda che gestisce il servizio idrico in provincia di Terni.

Nomine Cda Sii, rappresentanza a tutti i territori per garantire gestione ottimale

L’arroganza dimostrata, la sete di potere e la volontà di escludere le amministrazioni di centrodestra e i territori della provincia nella definizione del nuovo Consiglio di amministrazione – proseguono i 14 sindaci – sono contrarie allo spirito delle istituzioni e si sono infrante difronte al senso delle istituzioni dei sindaci anche di diverso colore politico. La gestione di un bene comune come l’acqua non può essere sacrificata agli interessi personali della nuova amministrazione di Terni. Auspichiamo che venga messa da parte questa arroganza, estranea alle nostre comunità, e che si ritrovi uno spirito di collaborazione nella gestione dell’azienda che gestisce un bene primario. La nostra proposta di garantire rappresentanza a tutti i territori, a partire da Terni, rappresenta l’unica soluzione per garantire una gestione ottimale del Sii”.

Il commento del sindaco di Terni, Bandecchi

A ripercorrere l’accaduto delle nomine del Cda del Sii era stato anche il sindaco di Terni, Stefano Bandecchi: “si doveva votare per il nuovo Consiglio di amministrazione. Alternativa popolare era arrivata con un accordo; noi non volevamo rifare un Consiglio di amministrazione con il centrodestra. Il patto doveva essere fatto con il centrosinistra: due consiglieri potevano entrare all’interno del Sii e il centrosinistra poteva eleggere il presidente del collegio dei sindaci; tutto questo non bastava e il Pd ha fatto saltare l’accordo. Alternativa Popolare continua il suo cammino al centro: noi volevamo far tornare l’acqua ai cittadini; nessuno doveva speculare sull’acqua, su un bene pubblico”.

(foto di repertorio)