di Sergio Grifoni (*)
Mentre tutti, o quasi, eravamo impegnati a commentare i risultati elettorali, chi a leccarsi le ferite, chi a gioire, chi pronto a salire subito sul carro dei vincitori, a Perugia, zitti, zitti, hanno nominato il nuovo Assessore Provinciale, che andrà a coprire la casella rimasta vuota. La scelta e' ricaduta su Domenico De Marinis di Torgiano. Persona sicuramente rispettabilissima, competente e meritevole.
Al di là della opportunità o meno di mantenere le Province; al di là quindi della necessità o meno di tale nomina, visti i tempi che corrono ed i messaggi che l’elettorato ha inviato, mi chiedo: possibile che nemmeno questa volta, Spoleto e' riuscita ad alzare la voce per vantare ciò che gli spetterebbe di diritto? Possibile che la quarta città dell'Umbria, non debba avere alcun Assessore Regionale e Provinciale; alcun Consigliere Regionale di maggioranza; alcun presidente di Ente territoriale importante; alcun Responsabile di Agenzia; alcun Parlamentare espressione dei partiti classici; alcun candidato con la concreta possibilità di essere eletto, ad eccezione del grillino Ing. Stefano Lucidi, nuovo Senatore?
Ma almeno, un “misero” Assessore provinciale, per quel che ancora può contare, questa città non lo meritava, magari per questo ultimo scorcio di legislatura? Lo chiedo al Sindaco ma anche al Presidente della Provincia, Guasticchi, visto che nelle primarie del suo partito ha raccolto a Spoleto tanti consensi per Renzi. Possibile che da qualche anno a questa parte, in questa città arrivano tutti, nessuno escluso, solo per fare promesse, prendere voti e poi far finta che non esistiamo?
Se però nel caso specifico, Guasticchi non ha avuto la possibilità di scegliere il nuovo Assessore, ma si è dovuto attenere a direttive del suo partito, o della coalizione di riferimento, allora il tutto è ancora più grave. Sarebbe cioè l'ennesima dimostrazione della assoluta mancanza di autorevolezza dei partiti che amministrano Spoleto e delle persone che li rappresentano.
Nessuno più in grado di alzare la voce laddove occorre. Solo sporadiche sceneggiate di prese di posizione ufficiali su alcuni problemi (vedi sanità, Vus o Tribunale), avanzate solo per prendere tempo e perché pressati dal non più sostenibile malumore cittadino. Interventi istituzionali che, visti gli esiti, erano accompagnati da una marchiana consapevolezza dell’inutilità. Oggi come oggi, per Spoleto, conta il risultato e non già la prestazione. Meglio ottenere le cose nel silenzio, piuttosto che perderle facendo finta di urlare. Se non siamo più dominanti nel contesto regionale, cerchiamo almeno di farci considerare dignitosi “sudditi” da rispettare e non già più servi sciocchi da ignorare e snobbare. E per questo non ci sono partiti, liste civiche o movimenti che tengano; c’è solo la nostra forza e capacità di reagire insieme.
(*) Consigliere comunale Spoleto
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