Perugia

Nodo scuole: Perugia pronta a chiudere, ma altri Comuni “rossi” Covid frenano

E’ la scuola il nodo del braccio di ferro che si profila tra la Regione e alcuni dei Comuni “rossi”, quelli cioè dove l’incidenza dei contagi è superiore ai 200 casi giornalieri ogni 100 mila abitanti.

Tra i provvedimenti che la Regione e le autorità sanitarie suggeriscono ai 29 Comuni interessati c’è anche la chiusura delle scuole primarie e secondarie. Provvedimento per il quale spinge anche il Comitato tecnico scientifico regionale. Per i numeri dei contagiati asintomatici tra i bambini. E perché, anche nel caso delle superiori, il parere positivo alla riapertura era per un indice di contagio inferiore ai 250 casi settimanali ogni 100 mila abitanti.


Covid in classe, il caso:
contagiati i bimbi delle ultime file


Il vertice a Perugia

Perugia, dopo il confronto effettuato venerdì mattina tra il commissario Covid Massimo D’Angelo, il sindaco Romizi e il vice sindaco Tuteri, era pronta allo stop della didattica in presenza per due settimane.

Ma nella riunione organizzata dall’Anci, che si è tenuta nel pomeriggio, diversi sindaci hanno contestato proprio il provvedimento sulle scuole. Perché se molti sindaci in questi giorni sono dovuti intervenire per chiudere singoli plessi focolai di contagi, lo stop generalizzato (pur per motivi sanitari) crea più difficoltà. Per i disagi ai genitori delle elementari e delle medie che lavorano. E per le superiori, con gli studenti tornati in presenza per metà solo da lunedì scorso.

I dubbi dei sindaci

Per questo alcuni sindaci chiedono che le scuole nei comuni interessati vengano chiuse con un provvedimento della Regione. Per il resto, pronti alle ordinanze sul “modello Magione”, con il coprifuoco anticipato alle 21, i limiti all’ingresso nei negozi, la spesa consentita a un solo componente a famiglia.

Oggi si decide: due incontri in calendario

Sul nodo scuola i sindaci, la presidente Tesei e il commissario D’Angelo si confronteranno questa mattina. Successivamente, i 29 sindaci torneranno a rivedersi per elaborare le ordinanze, uguali tra loro, per i rispettivi territori di competenza.

E’ chiaro che rispetto alle scuole superiori la decisione di chiuderle assunta nei comuni più grandi ( come Perugia, Marsciano, Gubbio, Foligno, Castiglione) inciderebbe anche sugli studenti dei rispettivi comprensori. Per questo l’Anci (e la stessa Regione) premono perché non si proceda in ordine sparso.

Dall’8 febbraio rischio stop per zona rossa

Del resto le scuole superiori e gli ultimi anni delle medie rischiano di dover interrompere la didattica in presenza in tutta l’Umbria già dall’8 febbraio. Venerdì prossimo, con il monitoraggio dell’Istituto superiore di sanità relativo alla settimana successiva al 25 gennaio, i dati dell’Umbria sull’andamento dei contagi e soprattutto sulle ospedalizzazioni rischiano di far scivolare la regione (ora confermata in zona arancione) in zona rossa per due settimane. E a quel punto la chiusura delle scuole per i ragazzi più grandi sarebbe automatica, secondo il Dpcm in vigore.


Coronavirus, verso
altri stop alle scuole