Nodo, le azioni di Comune di Perugia e Regione che spiazzano i Comitati - Tuttoggi.info

Nodo, le azioni di Comune di Perugia e Regione che spiazzano i Comitati

Massimo Sbardella

Nodo, le azioni di Comune di Perugia e Regione che spiazzano i Comitati

Dom, 05/10/2025 - 12:06

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Da una parte c’è la missione romana della presidente della Regione, Stefania Proietti, e dell’assessore alle Infrastrutture Stefano De Rebotti, che all’Anas chiedono di inserire il Nodo di Perugia tra gli interventi prioritari nella programmazione dei prossimi cinque anni, in quanto opera strategica per l’Italia Mediana. E i soldi, un miliardo di euro, necessari per la progettazione e la realizzazione dell’intero tratto, da Collestrada a Corciano.

Dall’altra c’è lo studio specialistico sul sistema di mobilità a Ponte San Giovanni approvato dalla Giunta comunale di Perugia, su proposta dell’assessore Pierluigi Vossi, da consegnare “alle Amministrazioni” per avere una base aggiornata sulla quale studiare soluzioni efficaci.

Due azioni che spiazzano i Comitati

Due azioni che spiazzano oppositori e fautori del Nodo di Perugia, riuniti nei vari Comitati, da parte delle amministrazioni regionale e del capoluogo, entrambe espressione della stessa maggioranza. Perché al di là della difficoltà che a livello nazionale vengano effettivamente assicurate, tutte insieme, le risorse per l’intera variante (al momento sono disponibili circa 10 milioni per la progettazione del primo tratto, il cosiddetto Nodino, fino a Madonna del Piano) l’impostazione appare ben diversa per chi ha determinate aspettative sull’opera, pro o contro, appunto. E soprattutto preoccupa chi si oppone all’opera l’evidenza che, nel centrosinistra, emergano sensibilità diverse sul tema. Anche se, ufficialmente, i “no”, a Palazzo dei Priori così come a Palazzo Donini, non sono mai stati pieni. Buttando la palla in tribuna, grazie al fatto che, appunto, al momento le risorse non sono disponibili.

Proietti: “Nodo strategico”

Stavolta, però, Proietti e De Rebotti le risorse sono andate a chiederle a Roma. Facendo un tentativo, pur arduo, verso un’opera che, come ha detto la governatrice intervenendo in collegamento con la Camera di commercio alla presentazione del Libro bianco sulle infrastrutture, “è strategica” non solo per l’accesso a Perugia (per il quale si confida almeno nel brodino del raddoppio delle rampe), ma per la viabilità interregionale nella cosiddetta Italia Mediana.

Lo studio commissionato dal Comune di Perugia

La Giunta comunale perugina (sostenuta da una maggioranza dove è ancora più forte l’opposizione al Nodo) sembra invece voler seguire un altro percorso. Lo studio specialistico dedicato al sistema della mobilità di Ponte San Giovanni è considerato – come si legge nel notiziario del Comune un “passaggio importante per affrontare in maniera organica le trasformazioni che stanno interessando uno dei nodi più strategici per l’accessibilità al capoluogo, attraversato ogni giorno da migliaia di pendolari e al centro di rilevanti interventi infrastrutturali e urbanistici”.

“Lo studio – viene spiegato – avrà il compito di fotografare la situazione attuale, di analizzare gli effetti combinati delle opere già in corso e di quelle previste nei prossimi anni, e di proporre soluzioni per garantire una mobilità più fluida, sicura e sostenibile. Ponte San Giovanni infatti è interessato da importanti cantieri legati al programma PINQuA, con nuove piste ciclabili e interventi di riqualificazione urbana, dal progetto ANAS di potenziamento dello svincolo tra E45 e RA06, e da previsioni di sviluppo commerciale e residenziale che avranno inevitabili ricadute sulla viabilità locale”.

Vossi: “Strumento tecnico a disposizione delle Amministrazioni”

Un approccio attraverso il quale il Comune di Perugia manda un messaggio anche alla Regione governata dalla stessa maggioranza di centrosinistra: “Con questo provvedimento – sottolinea l’assessore Vossi – vogliamo governare i cambiamenti in corso mettendo a disposizione delle Amministrazioni uno strumento tecnico che permetta di prevenire le criticità e di cogliere le opportunità offerte da una mobilità moderna e sostenibile, capace di migliorare la qualità della vita dei cittadini. Lo abbiamo detto fin dalla campagna elettorale: era nostra intenzione avere una chiara fotografia della situazione del quadrante di Ponte San Giovanni per organizzare al meglio i lavori e affrontare le scelte evitando tifoserie contrapposte e posizioni preconcette, con l’unico obiettivo di migliorare la vivibilità del quartiere e dell’intera città. Ritengo che questa iniziativa, andava intrapresa molti anni fa. Ora interveniamo per colmare una evidente lacuna che ci permetterà, d’ora in avanti , con assoluta trasparenza, di assumere le determinazioni a beneficio della cittadinanza e del territorio”.

Ferdinandi: “Non più in balia di risorse promesso o annunciate”

“Questo studio è uno degli impegni che avevamo preso con i cittadini in campagna elettorale, oggi lo stiamo realizzando – ribadisce la sindaca di Perugia, Vittoria Ferdinandi -. Ponte San Giovanni è un nodo strategico per Perugia che non può essere affrontato con logiche emergenziali o contrapposizioni ideologiche, ma con serietà, competenza e trasparenza. Lo studio che abbiamo approvato ci permetterà di avere finalmente un quadro chiaro e completo della situazione, così da orientare le scelte future in modo condiviso e responsabile. Non possiamo permetterci di continuare a restare in balia di promesse o di risorse solo annunciate: ce lo chiedono i cittadini. Dobbiamo dotarci di strumenti concreti per costruire le prospettive future di Ponte San Giovanni e di Perugia. È un atto di attenzione verso i residenti, i pendolari e le attività economiche, ma anche un tassello di una visione più ampia che riguarda l’intera mobilità urbana e la qualità della vita a Perugia Il lavoro della U.O. Mobilità è finalizzato anche in vista dell’aggiornamento del Piano Urbano della Mobilità Sostenibile, in scadenza nel 2029, e costituirà quindi un tassello fondamentale della programmazione futura della città”.

Quel che è certo, una soluzione va trovata, perché entrare ed uscire da Perugia, ormai in gran parte della giornata e non solo nelle ore di punta, è diventato estenuante, così come vivere lungo le strade secondarie diventate percorsi alternativi.

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