Nodo, all'Anas il primo stralcio: "Si progetti già il secondo"

Nodo, all’Anas il primo stralcio: “Si progetti già il secondo”

Redazione

Nodo, all’Anas il primo stralcio: “Si progetti già il secondo”

Sab, 26/11/2022 - 14:16

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Il Comitato "Chi salverà Ponte San Giovanni?" auspica il rapido avvio dei lavori per realizzare la variante stradale

La notizia, data dall’assessore regionale Enrico Melasecche della consegna del progetto definitivo del primo stralcio del Nodo di Perugia, la variante stradale da Collestrada a Madonna del Piano, viene accolta con soddisfazione dal Comitati “Chi salverà Ponte San Giovanni?”. Che rivendica di aver contribuito a far cadere i pregiudizi di alcuni nei confronti di un’opera che ora trova il consenso di gran parte della politica, anche se viene osteggiata ancora da alcuni comitati.

Riportiamo qui le riflessioni del Comitato “Chi salverà Ponte San Giovanni?”, che auspica un rapido proseguimento della pratica per avviare i lavori del primo stralcio e, contestualmente, per avviare la progettazione del secondo.

La nota del Comitato “Chi salverà Ponte San Giovanni?”

Dunque, da alcuni giorni, abbiamo finalmente il progetto definitivo della prima tratta del Nodo di Perugia, approvato qualche mese fa dal Consiglio comunale di Perugia con una maggioranza trasversale comprendente tutte le forze politiche, di maggioranza e di opposizione, presenti nel Consiglio, con solo qualche astensione.

Ora il progetto, redatto da uno studio specializzato umbro, è passato nelle mani dell’Anas nazionale, che ne verificherà la congruenza rispetto alle varie normative che regolano la materia.

Fatto questo, sarà pronto per essere inserito – tra le opere di urgenza richieste dalla Regione Umbria – nella legge finanziaria del nuovo governo per l’anno 2023.

Noi siamo in attesa, come lo sono tutte le persone che hanno conservato il senso della realtà nel teatrino delle marionette che è andato in scena, per anni, a proposito di una realtà che non aveva niente di buffo, o peggio di buffonesco, nel quale il saggio popolano protagonista che si lamenta giustamente delle prepotenze e ingiustizie a cui è sottoposto, viene regolarmente bastonato e preso in giro dai furboni di turno, sotto l’occhio indifferente dei rappresentanti della legge, che anzi, talvolta, danno l’impressione di divertirsi alle spalle del povero malcapitato onesto che non ha altre armi a sua disposizione che riferire la nuda, semplice verità contro la cialtroneria e gli imbrogli di chi lo bastona cinicamente.

Qualcosa del genere, togliendo dal racconto ogni malizia gratuita, è avvenuta a riguardo dell’annosa storia del Nodo di Perugia, per troppi anni ridotto ironicamente a “Nodino”, come se si trattasse di una banale quisquilia, sul nome della quale si è anche giocato dicendo che andava “sciolto”, in altre parole nullificato e fatto sparire dall’agenda delle cose importanti da fare. Un inutile perditempo, sul quale si sono via via caricate le accuse più infamanti: che fosse un’opera inutile, dispendiosa, distruttrice di prezioso terreno agricolo di pregio (?), che avrebbe distrutto boschi e paesaggi, che avrebbe per anni, se messa in realizzazione, disturbato i riposi e i sonni di chi si fosse trovato ad abitare nei pressi del cantiere.

Purtroppo però la verità è dura da esorcizzare con magheggi verbali e contumelie: la dura realtà si è fatta strada a suon di incidenti, proteste quotidiane, esasperazione di chi ha subìto le conseguenze di ritardi e rinvii pretestuosi.

Il nostro Comitato “Chi salverà Ponte San Giovanni” ha avuto la sua piccola parte in questa presa di coscienza generale, riportando le ragioni di coloro che normalmente portano il peso di certe situazioni – come il caso dei cittadini che abitano nella zona tra Collestrada e Balanzano, con centro in Ponte San Giovanni, gravemente a rischio specialmente per la loro salute – ma non hanno né il mezzo né il tempo per farsi sentire. Sono state però decisive le prese di posizione di alcune sigle sindacali della regione, delle associazioni delle imprese, di singoli imprenditori, di artigiani, di agricoltori, di semplici lavoratori, coinvolti ogni giorno per la loro attività nel dramma di non poter esercitare la propria attività senza il nodo scorsoio quotidiano di blocchi del traffico, di minuti, di ore, di giorni interi in alcuni casi, che hanno messo a dura prova il loro sistema nervoso, oltre che la loro salute generale e quella delle loro economie.

A questo punto anche la politica locale e regionale si è finalmente mossa, con alcune scelte importanti, prima delle quali la convergenza che si è realizzata in Consiglio comunale tra forze di maggioranza e opposizione per approvare, praticamente all’unanimità, un OdG a favore del Nodo di Perugia.

Non di minore importanza è stata la presa di posizione favorevole della Regione Umbria, per bocca anzitutto della governatrice Tesei e dell’assessore Melasecche, che più volte si sono spesi in dichiarazioni e incontri romani per spingere in direzione della realizzazione dell’opera.

A questo punto tutto è al suo posto: rimangono da ottenere l’assenso definitivo dell’ANAS e il finanziamento da parte del governo nazionale.

Non sarà facile, considerando le difficoltà dell’economia italiana in questo momento e l’aggravio della spesa prevista, in conseguenza dell’aumento di costo di tutte le materie prime e dell’energia. Noi siamo fiduciosi che questa tratta andrà finalmente in esecuzione, come pure che, nel frattempo, si proceda anche alla progettazione della seconda tratta già prevista, quella tra Madonna del Piano, l’Ospedale regionale e via Pievaiola, che darebbe un ulteriore, decisivo contributo a liberare Perugia dall’insuperabile ipoteca delle gallerie e dell’insufficiente sede stradale del raccordo autostradale per Bettolle.

Speriamo. E continueremo a tenere alta l’attenzione su questo passo decisivo per noi, per la nostra salute e sicurezza, per ricostruire una decorosa qualità della vita, ma anche per la crescita complessiva della nostra bella Umbria.

Il Comitato “Chi salverà Ponte San Giovanni?”

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