Con l’approvazione del progetto definitivo, non è mai arrivata così avanti la più che ventennale partita del Nodo di Perugia, la variante all’attuale tracciato tra la E45 e il Raccordo Perugia – Bettole, che dovrebbe collegare con un percorso alternativo l’area di Collestrada alla zona di Corciano.
Un progetto definitivo, quello che ha accolto i rilievi del Cipe, che però riguarda solo un primo stralcio, il cosiddetto Nodino, da Collestrada a Madonna del Piano. Con la richiesta di un collegamento, intanto, tra Madonna del Piano e la zona dell’ospedale.
Un progetto finanziato tre anni fa con 10 milioni e mezzo di euro. Con i prezzi che però, tra modifiche e aumenti dovuti all’inflazione, è lievitato fino alla cifra di 480 milioni di euro. Ed è questo al momento, più ancora delle difficoltà tecniche e funzionali, il vero “nodo” del Nodino.
L’amministrazione regionale ritiene che questo intervento – considerato risolutorio (aspetto questo contestato dai comitati contrari all’opera) di una criticità che si trascina da decenni, in un punto sul quale confluiscono tre grandi arterie – sia tra gli obiettivi strategici del proprio mandato. Puntando all’avvio dei lavori prima del termine della legislatura.
Serve, però, trovare il finanziamento. Come posto al ministro Salvini nell’incontro che nelle scorse settimane la governatrice umbra Tesei e l’assessore Melasecche hanno avuto con lui. A Salvini, però, stanno bussando un po’ tutte le Regioni, ciascuna con la propria opera da finanziare. E anche all’interno della compagina di maggioranza regionale, c’è chi è scettico sul buon esito della trattativa.
E’ vero che il Nodo/Nodino rientra tra gli interventi di interesse nazionale, nell’ottica di sbrogliare i rallentamenti che si creano a Perugia per chi percorre la E45 sull’asse Roma – Orte – Ravenna. Tuttavia in quell’area, compreso l’intervento sulle rampe di accesso al Raccordo, si prevede un investimento di mezzo miliardo di euro. Senza quei soldi, anche le liti tra favorevoli e contrari all’opera, restano pura accademia.