Istanza di accesso agli atti sul Nodino di Perugia, la variante dell’attuale incrocio tra il Raccordo Perugia – Bettolle e la E 45. L’istanza è stata presentata agli Enti interessati (Ministero delle Infrastrutture e trasporti, Regione Umbria, Anas) dall’Associazione Per Torgiano, presieduta da Massimo Mincioni.
Nella lettera firmata per conto dell’associazione dall’avvocato Marzio Vaccari (che in veste di consigliere di opposizione ha presentato un’interrogazione sul tema all’amministrazione di Torgiano) si evidenzia come la ripresa del progetto del Nodo di Perugia, finirebbe con il tagliare in due il territorio comunale di Torgiano con una “frattura insanabile”. Nel progetto originario, infatti, oltre alla galleria nella collina Collestrada/Brufa, era prevista una viabilità in parte su viadotto, collegato tra l’abitato di Ferriera e quello di Miralduolo. Una soluzione che il Nodino di Perugia vorrebbe in parte riprendere.
Nodino, così i primi 7 km
della variante
Per l’Associazione Per Torgiano si tratta di una soluzione che avrebbe scarsa efficacia. E si ricordano gli studi sul traffico veicolare in quel punto: soprattutto nelle fasce orarie critiche, poco più del 20% del traffico che si immette a Ponte San Giovanni/Collestrada poi prosegue in direzione Terni/Roma, mentre appare certo che la restante totalità del traffico si immette nel Raccordo autostradale Perugia/Bettolle, creando così un “tappo” e quindi code ed ingorghi. Sempre in base a quei dati, che non sarebbero stati aggiornati, il flusso di traffico che si immette nel Raccordo autostradale, è quasi interamente destinato all’accesso in città, dato che si riduce in maniera molto importante al confine comunale, cioè una volta superato lo svincolo di Perugia/Olmo.
Nodino, il “no” dei Comitati
e degli ambientalisti
Le proposte alternative di “Per Torgiano”
L’Associazione Per Torgiano ritiene che gli interventi dovrebbero essere “diretti a decongestionare il traffico che in determinate fasce orarie si concentra a Collestrada, indirizzandolo su altri itinerari attraverso la realizzazione di interventi di viabilità diversa (si pensi, ad esempio, al sempre paventato – e mai realizzato – raddoppio della strada che collega Pierantonio (ultima località del Comune di Perugia sulla SGCE45 prima del comune di Umbertide) al bivio di Corciano/Mantignana che, oltre a deviare su altra direttrice viaria l’accesso al territorio di Perugia del traffico proveniente dell’Alto Tevere, opererebbe un collegamento tra quel territorio e il raccordo autostradale”.
Trasferire alcuni servizi da Perugia
L’ulteriore soluzione proposta è il decentramento di alcuni servizi rilevanti, attualmente situati nella città di Perugia, ma che potrebbero essere spostati in territorio periferico, “così da non rendere più necessario l’accesso al capoluogo”.
L’accesso agli atti
L’associazione Per Torgiano vuole sapere quindi quale sia l’ipotesi progettuale presa in considerazione e quale sia lo stato del procedimento. Se vi è stata procedura di valutazione dell’impatto ambientale e se siano state previste forme di compensazione per il danno operato in zona agricola di pregio e per le attività turistiche e agrituristiche della zona.
Risposte che l’Associazione Per Torgiano cerca attraverso l’istanza di accesso agli atti.
Contro il Nodino anche all’Ecoforum di Legambiente
Del Nodino di Perugia si parlerà anche all’Ecoforum, che si terrà il 6 febbraio in videoconferenza, promosso da Legambiente. Una occasione di confronto sui progetti per l’Umbria nel Recovery Plan dell’Italia.
Tra questi, il Nodino di Perugia, la variante stradale tra Madonna del Piano e Collestrada a cui si aggiungerebbe un secondo tratto tra Madonna del Piano e l’ospedale e il collegamento tra la E45 e Perugia nord per un totale di 456 milioni di euro.
“Si tratta di una riproposizione spezzettata del Nodo di Perugia – è il giudizio di Legambiente – un’opera proposta e giudicata illogica e dannosa già nei primi anni Duemila sulla base dell’analisi dei flussi stradali che sono essenzialmente costituiti da traffico locale e che andrebbe affrontato potenziando e ammodernando il trasporto pubblico locale e gestendo in maniera più assennata l’urbanistica delle aree commerciali che oggi determinano, e purtroppo determineranno, gran parte dei problemi dovuti al traffico di veicoli”.