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“No moto sui sentieri”, flashmob CAI contro emendamento Puletti | Foto e Video

Erano in centinaia ieri 25 maggio ad Assisi per partecipare al flashmob “Rispetto! No moto sui sentieri”, organizzato dal Club Alpino Italiano (CAI) al termine della prima giornata dell’Assemblea dei Delegati 2024. In Piazza del Comune, i delegati delle sezioni CAI provenienti da tutta Italia, insieme al Presidente generale Antonio Montani e ai componenti del Comitato direttivo centrale, hanno sventolato fazzoletti bianchi per manifestare la loro netta opposizione alla norma regionale che, dal gennaio scorso, consente ai mezzi motorizzati di percorrere i sentieri umbri.

Un appello per la salvaguardia dei sentieri

Durante l’evento il presidente Montani, ha ribadito l’importanza del lavoro dei volontari che si occupano della manutenzione dei sentieri e ha chiesto l’annullamento dell’emendamento Puletti approvato nella legge di bilancio, che ha autorizzato l’accesso indiscriminato ai mezzi a motore sui percorsi escursionistici. “Crediamo che non sia un provvedimento produttivo per il turismo di un territorio che si definisce giustamente il cuore verde d’Italia e deve continuare a esserlo. I mezzi a motore devono stare sulle strade e non sui sentieri”.

Il lavoro dei volontari del CAI

Il CAI gestisce 447 percorsi in Umbria, per un totale di 3570 km di rete escursionistica regionale, grazie all’impegno di circa 6.000 volontari in tutta Italia. Questo lavoro, portato avanti gratuitamente da decenni, ha permesso di conservare un patrimonio naturale che la Regione Umbria utilizza per promuoversi come “il cuore verde d’Italia”. Se si dovesse monetizzare questo impegno in termini di ore lavorative, si otterrebbe una cifra di diversi milioni di euro all’anno.

I rischi della promiscuità sui sentieri

Il CAI ha ribadito, nei vari interventi, quella che ritengono la miopia della Regione nel ritenere che la promiscuità di frequentazione della rete sentieristica da parte di escursionisti a piedi e di mezzi a motore possa portare a risultati economici di rilievo. In realtà, sostiene il CAI, ovunque sia stata sperimentata questa convivenza, si è registrato un drastico calo delle presenze turistiche dei camminatori e, dopo un iniziale aumento, anche una riduzione dei frequentatori con mezzi a motore.

Un dossier per dimostrare l'”assurdità della norma”

Tre mesi fa, il CAI ha consegnato un dossier alla Presidenza della Regione Umbria, dimostrando che i 10mila euro stanziati per l’apposizione di cartelli di divieto sono insufficienti rispetto alla quantità di sentieri. Secondo le stime del CAI, per produrre e apporre tutti i cartelli necessari servirebbe quasi mezzo milione di euro. Inoltre, il tempo necessario per la realizzazione e posa dei cartelli è difficilmente quantificabile, senza considerare il probabile impatto paesaggistico.

Un messaggio chiaro da Assisi

“Ad Assisi vogliamo lanciare un messaggio simbolico, ma chiaro: è inaccettabile avere sentieri che vengono costantemente rovinati dal passaggio dei mezzi motorizzati,” ha dichiarato Montani. “Invitiamo ancora una volta la Regione a rivedere una norma che compromette, a beneficio di un numero limitato di persone, un bene che è di tutti e per tutti.”