La Confcommercio della provincia di Perugia aggiunge il proprio no al coro dei dissensi rispetto alla introduzione del pedaggio sul raccordo autostradale Perugia-Bettolle, che secondo la legge dovrebbe cominciare ad essere applicato dal 2012, anche se l’assessore regionale ai Trasporti Silvano Rometti ha precisato che si dovrà prima attendere l'esito del ricorso di legittimità presentato dalla regione stessa nel settembre dello scorso anno e tuttora pendente davanti alla Corte Costituzionale, nel quale si contesta in sostanza allo Stato di essere intervenuto in via esclusiva in materie nelle quali “c'e' una competenza concorrente”. Inoltre l’applicazione del pedaggio è subordinata alla emanazione di un apposito decreto che dovrebbe fissarne criteri e modalità, per capire se lo dovrà pagare solo chi, provenendo dall'autostrada, si serva del raccordo (o chi usi il raccordo per entrare nella 'A1'), o se il pedaggio sarà applicato a tutti coloro che utilizzeranno semplici tratti del solo raccordo, come tangenziale urbana.
“Fermo restando che è prioritario e fondamentale definire a carico di chi sarà apposto il pedaggio – commenta Giorgio Mencaroni, presidente della Confcommercio della provincia di Perugia – noi siamo contrari al provvedimento in sé, che provoca un forte aggravio, e quindi danno, sia alla viabilità interna che alla mobilità turistica, in un momento tra l’altro particolarmente critico per il settore. Non dobbiamo dimenticare che la Perugia-Bettolle è il principale asse viario interno dell’Umbria, e l’apposizione del pedaggio determinerà sicuramente un appesantimento ed intasamento del traffico in altre strade. Inoltre – conclude Mencaroni – la Perugia-Bettolle in molti tratti non ha standard di servizi e di sicurezza – come piazzole di emergenza e corsie – paragonabili a quelli di una autostrada e che quindi giustifichino il pagamento del pedaggio. Una scelta in questo senso è quindi una ulteriore penalizzazione per l’Umbria, che sul fronte del potenziamento delle proprie infrastrutture proprio in queste settimane ha avuto la pessima notizia di aver ricevuto dallo Stato risorse assolutamente inadeguate ed insufficienti”.