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Niccolò Fabi e Saba trascinano il pubblico estasiato in un viaggio straordinario. Guarda le foto

di Fabio Muzzi
Troppo spesso si utilizza il concetto di fare un viaggio con la mente, tanto da abusarne. Ma quello compiuto ieri, altro non può essere definito, se non la massima espressione di un festival che richiama suoni, immagini e problemi della Madre Terra. Il concerto di Saba e Niccolò Fabi, in programma ieri alla corte di Palazzo Trinci di Foligno per Canti e Discanti, è riuscito sin da subito ad ipnotizzare i presenti trasportandoli al fianco delle popolazioni africani, non soltanto con la musica, ma anche e soprattutto con le suadenti parole della cantante di origine somale e con la profondità del cantautore romano. Sul palco, tre diverse formazioni hanno scandito la serata: dapprima è stata la volta di Saba e i suoi musicisti, poi , dopo un rapido incrocio della durata di una canzone tra questi e Niccolò Fabi, è rimasto sul palco solo Fabi con la sua chitarra e, al termine, tutti di nuovo insieme per il gran finale.
È difficile spiegare a parole il ritmo coinvolgente della voce così carica di emozioni e pura nei sentimenti della cantante; è più significativo riportare le sue parole e di come riesca, con trasporto e naturalezza a coinvolgere il pubblico portandolo in una terra tanto lontana e diversa, portandolo nella Madre Terra. Saba racconta l’Africa che ha vissuto e, in un perfetto italiano, tra una canzone e l’altra appassiona il pubblico, insistendo sulla bellezza e sui sogni. Si muove sinuosa sul palco mentre canta della Somalia, sua terra natia, e delle migrazioni dei popoli africani, e cammina con loro, con i loro sogni di cambiare, di migliorare che li accompagnano in ogni passo. E ancora, racconta le voci di speranza cantate da chi sceglie di attraversare il deserto libico, racconta delle taniche sparse per tutto il continente utilizzate per raccogliere l’acqua: risorsa indispensabile, diritto di tutti gli uomini e fonte di vita.
Saba scalda l’atmosfera per l’ingresso di un Niccolò Fabi che già nell’aspetto appare più maturo (di quello di “Capelli”), non solo per il capello brizzolato, e lo conferma poi con le melodie che propone e i suoi fan vanno in visibilio, rispondono ad ogni coro a partire dalla versione afro di “Vento d’estate” che il cantante propone con Saba prima di rimanere solo con la sua chitarra. Il resto è il repertorio di Niccolò Fabi proposto in un’atmosfera intima e anche qui non mancano i richiami alla Madre Terra, a luoghi puri visti con gli occhi di un occidentale, fatti di autentiche emozioni e l’auspicio del cantante è rivolto al pubblico folignate “di godere dei progressi, senza dimenticare le origini e magari tornando a casa, sfogliare l’atlante per avvicinarsi e capire un po’ di più l’Africa”.
Per il bis si riuniscono sul palco tutti gli artisti e chiamano a sé il folto pubblico che risponde alzandosi in piedi per ballare i travolgenti ritmi africani, inframezzati dall’immancabile “Capelli” rivisitata da Fabi in versione funky.
“Canti e Discanti – Umbria World Fest” prosegue stasera con lo spettacolo, a ingresso libero, che unisce le musiche di Massimo Liberatori alle immagini di Giovanni Galardini.

Foto: Marco Ferretti e Emanuela (Flò) Rosignoli