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NESSUN ARRIVO DI PROFUGHI IN UMBRIA ANCORA CONFERMATO

Nassun arrivo di profughi è stato ancora comunicato dal ministero dell'Interno all'Umbria, secondo la smentita fatta oggi dalla regione e dalla delegazione regionale della Caritas diocesana, che però rileva un “sensibile incremento di stranieri” già avvenuto nelle città “di passaggio” umbre.

“Gli eventuali invii in Umbria di profughi saranno in ogni caso decisi dal ministero degli Interni, che, per il tramite delle prefetture di Perugia e Terni, informerà la regione”, ha reso noto oggi la giunta regionale tramite un comunicato. “Al momento, comunque, non vi è stata da parte del ministero alcuna comunicazione in merito”, si legge sul comunicato.

In questo modo la regione smentisce seccamente le voci riportate dalla stampa in questi giorni, che riferivano di un imminente primo arrivo di tre-quattrocento profughi libici in Umbria. Con l'intenzione di placare sul nascere la possibile preoccupazione dei cittadini, l'ente ha ribadito anche che, se arriveranno nelle prossime settimane degli stranieri in Umbria in virtù dell'accordo siglato con il ministero la settimana scorsa, questi saranno tutti “eventuali profughi o cittadini oggetto di 'protezione umanitaria'”, e non “extracomunitari in condizione di 'clandesitinità'”.

La Caritas ha confermato, per bocca del suo portavoce regionale, di non aver ancora notizia di alcun arrivo previsto nei prossimi giorni. Secondo l'organizzazione previdenziale diocesana, un piano con la regione, le provincie, i comuni e le prefetture è stato effettivamente messo a punto, ma al solo fine di “potenziare i servizi già dispiegati quotidianamente per l'assistenza delle persone bisognose”, in vista di possibili nuovi arrivi.

“Da giorni le Caritas diocesane si sono attivate, ma nell'ordinarietà della loro opera, nell'accoglienza che hanno sempre fatto”, ha detto a TuttOggi.info il portavoce Riccardo Liguori, che ha spiegato come su tutto il territorio umbro siano stati attivati i parrocchiani per ripulire e allestire delle parrocchie o delle canoniche, per potenziare le capacità di accoglienza delle diocesi. “Ci siamo attivati sin da subito, senza fare nulla di diverso rispetto a quello che facciamo ogni giorno”, ha detto Liguori, che ha precisato: “non abbiamo fatto altro che aggiungere un posto a tavola”. Secondo Liguori, essendo l'unica ad avere le strutture e la capacità necessaria, alla Caritas toccherà il compito di accogliere l'ottanta per cento degli arrivi che potrebbero esserci nelle prossime settimane, ma che finora non hanno avuto conferma certa. I centri di accoglienza sono comunque stati attivati su tutto il territorio regionale, con 40 posti in più già allestiti a Perugia e 100 a Terni.

ARRIVI E TRANSITI Secondo Liguori, però, il possibile arrivo dei profughi in Umbria è in realtà un fenomeno che potrebbe dimostrarsi marginale rispetto a quello, già in atto, del “transito” di migranti.

“Si è notato in queste ultime settimane un sensibile aumento delle persone che vanno a bussare ai centri di ricovero di alcune diocesi”, ha detto Liguori, che ha fatto riferimento a Perugia, Foligno e Todi/Orvieto. Secondo il portavoce, queste sono le diocesi “dove passano le principali vie di comunicazione dell'Umbria” verso il nord e verso i confini francesi. Secondo Liguori, questo aumento indica come possa essere più consistente il numero di immigrati non registrati nei centri di accoglienza provvisori come quelli in Sicilia o in Puglia, o che da essi sono fuggiti, rispetto a quello dei profughi “smistati” dal ministero, e che anche per questi ultimi, una volta in Umbria, l'Italia potrebbe solo rappresentare una terra di passaggio.

Francesco de Augustinis

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