Per la Cassazione, sulla base del ricorso dei legali della donna, occorre stabilire se si è trattato di omicidio volontario o di infanticidio
Si dovrà rifare il processo nei confronti della mamma ternana che aveva abbandonato il neonato, partorito in casa, in una busta lasciata nel parcheggio di un supermercato a Borgo Rivo, dove il piccolo era poi morto per asfissia.
La Cassazione, che aveva annullato a maggio la condanna a 16 anni di carcere con rito abbreviato (poi ridotta a 14) inflitta dalla Corte di Appello di Perugi,a ha deciso per un nuovo processo a Firenze, la cui prima udienza è stata fissata per il 23 novembre.
La Cassazione ha accolto il ricorso presentato dagli avvocati della dona, Attilio Biancifiori ed Alessio Pressi, che chiedono che il capo di imputazione da omicidio volontario venga convertito in infanticidio, reato che prevede condanne più lievi. Ed è quello che si dovrà stabile nel nuovo processo.
La donna, rintracciata all’indomani del ritrovamento del piccolo, si era difesa sostenendo che il suo scopo era quello di far trovare il piccolo da qualcuno, dato che lei, avendo già una bambina, non avrebbe potuto prendersi cura di lui. La donna ha poi avuto un altro figlio, concepito con un uomo ospite della struttura protetta dove si trovava.