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Neonati sepolti, il Riesame: “Chiara può reiterare i reati, vada in carcere”

(Adnkronos) –
Chiara Petrolini, la 21enne di Vignale di Traversetolo accusata di aver ucciso due neonati, dopo averli partoriti in casa, per poi seppellirli nel giardino della sua abitazione a Traversetolo, località Vignale, in provincia di Parma, “può reiterare i reati”. Per questo i giudici del Tribunale del Riesame di Bologna hanno accolto integralmente le richieste del Pubblico ministero e chiesto il carcere per la giovane indagata per duplice omicidio pluriaggravato e soppressione di cadaveri.  

Le motivazioni dell’ordinanza depositata dai magistrati descrivono “l’estrema pericolosità sociale” della 21enne, che risulta non avere “remore ad affrontare in modo analogo nuovi ostacoli al suo vivere serenamente che trovi insopportabili, al punto da farle usare violenza a chi vi si frapponga, considerato il disprezzo per la vita”.  

Chiara Petrolini, dunque, “può reiterare i reati”, dal suo atteggiamento emerge un’apparente “mancanza di qualunque ripensamento, oltre che di sfrontatezza” e per questo “i domiciliari sono insufficienti ad arginare il rischio” spiegano i giudici.  

Ora occorrerà attendere l’esito del ricorso in Cassazione, dove la difesa può impugnare la decisione. Nel frattempo, come spiegato dal procuratore di Parma Alfonso D’Avino nel sintetizzare la decisione dei magistrati bolognesi, i genitori della 21enne non potrebbero esercitare un controllo parentale né sufficiente né adeguato, non potendo presenziare accanto a lei 24 ore su 24 e quindi non potendo scongiurare la possibilità che accolga in casa altri uomini.  

Inoltre, il procuratore di Parma segnala come il Tribunale del Riesame abbia segnalato che “il parto del 7 agosto 2024 e il seppellimento del neonato è avvenuto con i genitori in casa e nessuno si è accorto di nulla”. Una condotta che ha rimarcato una “inaffidabilità totale nelle relazioni personali anche più intime, ed eccezionali capacità sia di nascondimento dei propri misfatti sia di mistificazione e dissimulazione”, oltre ad una “mancanza di partecipazione e di compassione”.