Scambio di opinioni qualificate tra relatori d’eccezione alle 29esima conferenza “Etica ed economia” di Nemetria.
“L’Italia dopo la pandemia ha due modi di essere: quello dell’opinione e quello della struttura – ha detto il presidente del Censis e di Nemetria, Giuseppe De Rita – L’italiano medio è troppo prigioniero della logica dell’opinione perché manca un’informazione reale. Si vive in una situazione di irrazionalità dove non si crede più negli investimenti sociali o nella scuola come istituto promotore di una società diversa e meno ineguale. Non si crede più negli investimenti pubblici come meccanismi di modernità, soprattutto quelli sociali. Oggi per uscire dall’economia dell’opinione occorre far affidamento sulle risorse strutturali. Si deve guardare alla dimensione economica che forse appare più fredda e si presta poco alle opinioni. Noi usciamo dalla pandemia con struttura Paese più complessa di quanto pensavamo. La pandemia ha legittimato da una parte l’economia sommersa. Allo stesso tempo abbiamo scoperto che la nostra capacità di export è stata molto forte grazie alla presenza di piccole e medie imprese con un proprio brand, stile e mercato. Abbiamo gestito la globalizzazione con le filiere di lungo raggio, eravamo presenti in tutto il mondo con meccanismi di filiera. Oggi siamo meno fragili in termini competitivi e questo va gestito. Non possiamo permetterci più che gli interventi pubblici vadano verso interventi dettati dall’opinione. Dobbiamo imparare a fare politica non sull’opinione, ma sulla realtà concreta”.
In occasione della XXIX° Conferenza “Etica ed Economia” organizzata da Nemetria dal titolo “Pensare il futuro dell’Italia dopo la Pandemia” il Ministro per le Infrastrutture e la Mobilità Sostenibile Enrico Giovannini ha dichiarato: “ho cercato di pensare più volte a come vedere il futuro e vorrei partire da quello che ho letto in una ricerca IPSOS su come le imprese vedono il tema della sostenibilità da ogni punto di vista. Da un lato le imprese riconoscono che la sostenibilità è una necessità, ma solo 1/3 delle imprese ha in cantiere una strategia per lo sviluppo sostenibile. Il 20% delle imprese intervistate non ha previsioni di investimento o spese per diventare più sostenibili. Mi sembra il paradigma del Paese”. Il ministro ha poi continuato “Nell’ambito della sostenibilità credo che il Paese abbia capito meglio dove voler andare, ma solo una parte è pronta anche a metterci del suo”. Secondo il Ministro occorre lavorare a una trasformazione che riguarda tutto il Paese in cui la politica possa dare risposta e prendersi cura sia delle imprese e cittadini che investono dello sviluppo sostenibile sia per quelli spaventati e colpiti dalla crisi. “La politica ha la necessità di prendersi cura di tuti questi gruppi: imprese, individui e comunità. Occorre provare a dare certezze a chi non ha certezze promuovendo non solo politiche sociali o formative, ma anche una visione che può orientare comportamenti di spesa, risparmio e investimento”.
Pensare il futuro dell’Italia dopo la pandemia non deve riguardare solo la sfera del pensiero, ma anche quella dell’azione. “Bisogna anche costruire il futuro attraverso politiche capaci di proteggere, promuovere, preparare e predisporre. Costruire nelle azioni di oggi un futuro diverso” – ha concluso Giovannini.