Nell’anno del Covid sono aumentati gli uccelli acquatici in Umbria. E in particolare nelle acque del Trasimeno, dove sono stati censiti circa 53 mila dei 63 mila uccelli acquatici (appartenenti a 52 specie) svernanti censiti nelle principali zone umide dell’Umbria. Un anno fa, in tutta la regione, erano stati 54 mila.
Sono i dati dell’attività di monitoraggio che si è svolta nello scorso mese di gennaio, con il coordinamento dell’Osservatorio faunistico regionale, nell’ambito del progetto internazionale IWC (International Waterbird Census) al quale l’Umbria prende parte da oltre un trentennio.
Al Trasimeno sono stati censiti 52.955 individui, 36 specie. Il Lago Trasimeno si qualifica di importanza internazionale ai sensi della Convenzione di Ramsar (una delle prime sulla protezione della Natura, risalente al 1971, che vede l’Italia tra i primi Paesi firmatari), poiché ospita oltre 20.000 uccelli acquatici (ce ne sono più del doppio), e raggiunge la soglia dell’1% della popolazione biogeografica con due specie, Moriglione e Moretta tabaccata (criteri 5 e 6 della Convenzione di Ramsar).
Al Trasimeno sono state trovate 10 specie di rilevanza nazionale: Airone cenerino, Airone guardabuoi, Alzavola, Cormorano, Folaga, Gabbiano comune, Garzetta, Marangone minore, Svasso maggiore, Tuffetto).
E poi ci sono specie molto rare: un falco pescatore (un altro individuo è ad Alviano), un Gabbianello e 8 esemplari di Mignattaio.
Al Trasimeno, poi, ci sono altri 489 individui, 17 specie, a Pietrafitta. Tra cui la Moretta.
Questi gli uccelli acquatici rinvenuti nelle altre zone umide dell’Umbria:
Recentino, 3.702 individui, 26 specie;
Alviano, 2.894 individui, 40 specie;
San Liberato, 2.398 individui, 28 specie;
Piediluco, 553 individui, 13 specie;
Ansa degli Ornari, 386 individui, 10 specie;
Popolazioni di rilevanza nazionale sono state accertate in altre zone umide:
Alviano (6 specie: Beccaccino, Canapiglia, Cigno reale, Marangone minore, Mestolone, Spatola);
San Liberato (3 specie: Cigno reale, Moretta, Moriglione);
Recentino (2 specie: Moretta, Moriglione);
Pietrafitta (una specie: Moretta).
Infine, di notevole interesse, è la presenza di alcune specie considerate rare, almeno in Italia:
Cigno minore (2 individui ad Alviano).
Ecco i numeri dell’IWC 2021 dell’Umbria, che contribuisce al censimento coordinato in Italia dall’Ispra (Istituto superiore per la ricerca e la protezione ambientale):
“I dati raccolti – sottolinea l’assessore all’Ambiente della Regione Umbria, Roberto Morroni – evidenziano come le zone umide umbre giochino un ruolo importante per la conservazione degli uccelli acquatici, in particolare il Lago Trasimeno che si conferma come sito di rilevanza internazionale, con quasi 53mila individui ospitati, appartenenti a 36 specie. Nelle sette zone umide in cui è stato svolto il monitoraggio invernale, si registra inoltre un incremento dell’avifauna svernante, indicatore di qualità ambientale e biodiversità. Una banca dati – dice l’assessore – che fornisce informazioni utili sugli andamenti delle popolazioni delle varie specie riguardo alla salvaguardia dell’avifauna e alla programmazione della gestione delle zone umide”.