Certo che un momento peggiore di questo martedì 29 maggio, con Savona impallinato da Mattarella perché spauracchio dei mercati, Cottarelli che fa su e giù dal Colle e lo spread alle stelle, non lo poteva trovare l’Assemblea costituente umbra per la propria sessione europea. Quella, cioè, in cui si sarebbe dovuto parlare degli interventi a cui destinare i fondi da Bruxelles. “I pochi veri fondi disponibili per imprese e famiglie”, “forse gli ultimi”, “quei soldi spesi male” o, al contrario, “i fondi che dimostrano il buon lavoro dell’amministrazione umbra”, le frasi che fino a qualche settimana fa avrebbero accompagnato una simile discussione.
E invece, lo stop di Mattarella al nome di Savona come ministro del nascente governo gialloverde, il conseguente niet di Conte, la convocazione di Cottarelli e l’impennata dello spread, con gli italiani, improvvisamente esperti costituzionalisti, divisi sul Capo dello Stato, non potevano non avere strascichi anche nella terra di San Francesco (e il riferimento, come vedremo, non è casuale).
Già nella giornata di lunedì era andato in onda lo scontro virtuale tra i pentastellati locali che gridano al tradimento (di Mattarella e… di Salvini?) ed i dem strenui difensori di quella Costituzione che volevano svecchiare e di quel Cottarelli a cui Renzi aveva tolto le forbici di mano. Insomma, un ribaltone, in tutti i sensi. Sulla bacheca Facebook della presidente Marini – che ad ogni post diventa un’arena politica – compare un avviso ai leoni da tastiera, quelli dall’altra parte della rete: “Vi informo che chi insulta il Presidente della Repubblica sulla mia pagina di profilo Fb sarà segnalato alla polizia postale“. E la minaccia, tutto sommato, ha il suo effetto. Sulle bacheche a cinque stelle compare l’hasthtag “#ilmiovotoconta“; “#iostoconmattarella” è il grido di battaglia che risveglia i dem dal loro letargo.
Con queste premesse, cosa poteva succedere all’indomani in Consiglio regionale, per di più in una seduta interamente dedicata all’Europa? Che il clima politico sarebbe stato commisurato ad uno spread a 320: rovente! E infatti, Liberati e Carbonari espongono dai loro banchi i tricolori con stampato il ben noto adagio. “Servi della Trojka” grida Liberati all’indirizzo dei dem. Attimi di sconcerto, poi il Var conferma: ha detto Trojka, con la “k” e il cartellino rosso non scatta.
Di fronte ai grillini indemoniati, Guasticchi porta in processione la foto di Mattarella (foto dal profilo Fb dell’assessore Bartolini) gridando “Vade retro!”. L’esorcismo, però, non ha effetto. “Viva la bandiera!” è la replica con una voce che sembra provenire dall’oltretomba. Il pubblico assiste incredulo, aspettando da un momento all’altro di vedere la testa di Liberati che compie un giro di 360 gradi sul collo e si ripara preventivamente da possibili schizzi di vomito verde dagli scranni. A proposito di verde: i consiglieri della Lega non si sono presentati, per protesta. Ed è facile comprendere quanto sia pesato loro perdersi una seduta così. Che prosegue tra “viva il presidente!” e “viva la bandiera!“.
Niente, l’esorcismo non funziona. Ma proprio quando Chiacchieroni sta per evocare la Beata Quartina (no, non è la trina reggenza Pd), ecco che per il Sacro Umbro Impero arriva l’aiuto dal Cielo: “Dillo al Santo di Assisi“, è l’iniziativa del Sacro Convento, che propone l’intermediazione del Poverello di Dio per riportare la pace. Del resto, la Lampada di Francesco è stata appena consegnata dai frati ad Angela Merkel… vuoi vedere che, se si arrabbia, ci stacca anche la luce?!