In un palazzetto pieno in ognuno dei posti assegnati per la data zero, i Negrita hanno dato una grande prova generale di quello che sarà il tour in partenza. Trascinati dalla carica del leader Pau hanno suonato per due ore e mezza, alternando ai pezzi dell'ultimo album, brani classici che li hanno resi famosi, rendendo così omaggio a tutte le fasce di fan. La stragrande maggioranza del pubblico era composta da under trenta (sondaggio fatto da Pau tra una canzone e l'altra), a questi si è rivolto il cantante affermando che il futuro è il loro e che devono andarselo a prendere. Questa generazione di ventenni, preparatissima su ogni brano del nuovo album, è stata affiancata da un pubblico più maturo affezionato alla band da tempi non sospetti e in attesa dei grandi classici della band come “Mamamae” “Sex” “Magnolia” “Rotolando verso sud” “In ogni atomo” “Transalcolico”.
Un vero e proprio concerto, al di là del concetto di tappa zero o prova generale. Circondati da una scenografia incredibile per ricercatezza e dimensinoni, con le luci disposte in quello che sembra un ordine confuso, ma tutto è studiato nei minimi dettagli. Scenografia che sembra rompere il muro alle spalle della band, e un palco che si estende in lunghezza per entrare tra il pubblico e rompere le canoniche distanze portando i componenti del gruppo a contatto diretto con i fan.
Al termine del concerto abbiamo posto alcune domande, selezionate tra quelle pervenuteci nel nostro sondaggio, a Pau, leader del gruppo.
La tappa zero è in qualche modo speciale. Perché avete scelto Foligno?
La scenografia ha un disegno originale e molto particolare. Il Palasport di Foligno è molto simile ai palazzetti che via via incontreremo nel nostro tour: il luogo ideale per questa sorta di prova generale.
Jovanotti è passato a trovarvi durante le prove, avete in programma collaborazioni con il cantante?
Con Lorenzo ci siamo conosciuti al Roxy Bar 18 anni fa nel lontano 1994, l’amicizia si è consolidata lo stesso anno al Penso Positivo Tour, dove lo abbiamo affiancato. Da allora siamo sempre in contatto, grazie anche alla vicinanza: siamo tutti aretini.
Cosa ha ispirato “Dannato vivere”, c'è qualche considerazione legata a questo periodo storico precario?
Leggendo i pezzi ci siamo accorti che raffigurano una fotografia dell’esistenza a 360°. La situazione italiana e mondiale non è certamente tra le più edificanti. D’altra parte “dannato vivere” è anche un’imprecazione toscana, in senso positivo. Se la vita ci mette a dura prova, tuttavia il sorgere del sole, la possibilità di cambiare in meglio la nostra vita che ci viene offerta quotidianamente, ci lascia una speranza dannatamente bella.
Qual è la canzone dell’ultimo album a cui siete più affezionati e perché?
Questa è una domanda da non fare ai cantanti. Siamo ugualmente legati ad ognuno dei pezzi dell’album, non c’è una canzone preferita.
Programmi per l’estate? Ci sarà un tour estivo?
È possibile, lo stiamo valutando in questi giorni. Il nostro tour invernale esclude il meridione, ma questo non significa niente, siamo contrari ad ogni forma di divisione. Amiamo il sud Italia e vogliamo offrire alle persone di quelle regioni la possibilità di assistere alle nostre esibizioni e il calore del meridione si esprime appieno in estate.
Se non foste arrivati al successo, come sarebbe stata la vostra vita?
A saperlo… Se l’avessi saputo avrei fatto ‘indovino.
Come vedete la scena musicale italiana giovanile? C’è qualche gruppo che apprezzate particolarmente?
Il panorama italiano attuale è in grande fermento, ma la situazione in generale è difficile e in pochi riescono a sfondare. Da parte nostra ci attrezziamo, per quanto possibile, per dare una mano ad artisti a nostro parere meritevoli. In questo tour daremo spazio a due realtà che apriranno i nostri live: “Il Cile” cantautore di Arezzo e “La Fame di Camilla” gruppo di Bari.