Todi

Negozi in centro, l’affitto è più basso

La crisi morde i commercianti, il Comune cerca rimedi per alleviare le ferite. E così, dopo avere bloccato i canoni di affitto per gli immobili di proprietà dal 2014 al 2017, la giunta municipale tenta un’altra strada per provare a sostenere “attività commerciali storiche, molto spesso caratterizzate da prodotti poco remunerativi ed a prevalente conduzione familiare, che faticano a sostenere i costi di gestione dell’attività” ed evitare “l’eventuale chiusura di altri negozi nel centro storico, magari con il trasferimento delle attività fuori dall’acropoli” che “porterebbe ad un ulteriore impoverimento della città, oltre che ridurre la redditività dell’immobile”.

La strategia è messa nero su bianco nella delibera approvata dall’esecutivo e che prevede, appunto, la “rideterminazione dei canoni di locazione causa crisi economica”. L’intervento riguarda gli 11 locali di proprietà comunale che si trovano nel centro storico della città di Jacopone, dove “si è evidenziata negli ultimi mesi una contrazione della domanda e un ritorno sul mercato di immobili resisi liberi per la chiusura di alcune attività commerciali”, dice la delibera di giunta, mettendo sotto la lente gli oltre 40 locali sfitti, ma un tempo sede di attività commerciali, che costellano l’acropoli. “Alcuni commercianti – sottolinea il documento – hanno già ripetutamente evidenziato la contrazione nei fatturati dovuta alla congiuntura economica negativa in atto, registrata soprattutto per i piccoli esercizi commerciali, causando in alcuni casi ritardi nei pagamenti dei canoni dovuti all’amministrazione comunale e pertanto, continuano a richiedere la riduzione dei canoni non più sostenibili, e comunque a manifestare l’interesse a mantenere il rapporto contrattuale. In alcuni casi, a seguito di ripetuti solleciti e diffide da parte del servizio patrimonio, alcuni affittuari hanno fatto ricorso alla rateizzazione dei canoni in base al regolamento vigente sulla riscossione delle entrate ordinarie”. I piani di rientro non sono però stati sempre sufficienti a normalizzare la situazione: “Con estrema difficoltà si è provveduto al recupero delle somme arretrate e l’inosservanza di tali piani da parte degli affittuari ha comportato la necessità di procedere con l’iscrizione a ruolo coattivo delle somme non pagate”.

Stando ai canoni attuali, gli affitti dovrebbero garantire al Comune di incassare – sulla carta – in questo 2018 la somma complessiva di 48.434 euro, che è stata però messa a confronto con i valori minimi e medi della banca dati dell’Osservatorio mercato immobiliare dell’Agenzia delle entrate, “evidenziando che qualora vengano adottati i valori minimi – dice la delibera di giunta – si realizzerebbe una minore entrata annua di 8.520,26 euro, che comunque troverà copertura in sede di riequilibrio di bilancio”.

Fatti i conti, il Comune ha così deciso di applicare la riduzione delle tariffe a partire dal primo luglio. La riduzione dei canoni, che scenderanno in media a circa 300 euro al mese, “è subordinata – precisa il Comune – alla completa corresponsione dei canoni pregressi, fino alla prima rata della annualità 2018” e per i soggetti a rateizzazione “a rispettare rigorosamente le scadenze di eventuali piani di rientro già concordati, pena la risoluzione contrattuale, così come previsto dalle norme contrattuali stesse”. Inoltre, i locatari interessati alla rinegoziazione del canone d’affitto dovranno “avere una maggiore attenzione nell’allestimento delle vetrine dei negozi in maniera consona alle varie manifestazioni già programmate ed in programmazione da parte dell’amministrazione comunale”.