Verranno presentati mercoledì 15 febbraio alle ore 17 i nuovi dati sulla necropoli di Piazza d’Armi. L'incontro, in programma al Museo Archeologico di Spoleto (via S. Agata), è organizzato dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Umbria, in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Spoleto e con l’A.N.I.S.A. Lo scavo è stato condotto nell’ambito di un intervento di archeologia preventiva in un’area di cui era prevista la realizzazione di un edificio residenziale. La zona di Piazza d’Armi corrisponde alla principale area di necropoli dell’insediamento di Spoleto in età preromana, quando era un importante centro abitato del popolo degli Umbri che, secondo la testimonianza delle fonti antiche, era il più antico popolo d’Italia.
Le tombe. Sono venute in luce circa 30 tombe a inumazione, con il defunto seppellito all’interno di una fossa scavata nel terreno e ricoperta di grandi scheggioni di pietra. In otto casi la fossa era inserita all’interno di un circolo di pietre del diametro di circa 6-7 metri, che costituisce il perimetro del tumulo di terra che veniva realizzato per monumentalizzare la tomba. Il corredo funebre, molto ricco ed articolato, era posto o direttamente all’interno della fossa o in un ripostiglio a parte, che poteva essere una fossa scavata al di sotto del defunto, chiusa con tavole di legno sulle quali era deposto il cadavere, oppure scavata ai piedi del cadavere, comunque all’interno del circolo di pietre. Tra gli inumati si riconoscono 3 guerrieri con armi (lance e spade con il loro fodero, in un caso anche uno scudo in cuoio o legno di cui si conserva solo l’umbone centrale in bronzo). Le numerose deposizioni femminili si caratterizzano per il ricco corredo di ornamenti personali: ogni defunta aveva numerose spille decorative in bronzo di varia forma, un ricco pettorale decorato da pendenti di varia foggia, anellini in bronzo, pasta vitrea e ambra, e portava una o più stole in stoffa di cui restano i grandi anelli terminali in bronzo, finemente decorati a incisioni geometriche. Le tombe infantili (circa una decina) sono anch’esse molto ricche di ornamenti, a dimostrazione della considerazione che questo popolo aveva per gli individui anche di età molto giovane. Il quadro che emerge è quello di un popolo dalle notevoli potenzialità economiche, a conferma di quanto ci dicono le fonti antiche. La cronologia di questo settore di necropoli è tra la metà del VII e la metà del VI sec.a.C. , qualche decennio precedente a quella emersa nel non lontano cantiere dell’ATER dove nel 2008-2009 erano state indagate altre 11 tombe, che mostravano tuttavia un quadro culturale con rituali funerari significativamente diversi e tumuli di dimensioni molto maggiori.