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Necropoli di San Valentino, continuano gli scavi

Sono stati esposti presso la Basilica di S. Valentino gli esiti degli scavi condotti negli anni ’97-‘98. Claudia Giontella, docente di Civiltà dell’Italia pre-romana presso l’Università di Macerata, è stata la relatrice della conferenza. I lavori furono eseguiti dalla soc. Archeostudio, Orvieto, sotto la direzione scientifica della Soprintendenza B.A. Umbria, dott.ssa Laura Bonomi.
Gli scavi, effettuati in occasione della ristrutturazione dell’ex convento carmelitano, hanno permesso di confermare che la necropoli, nota ancorché mai oggetto di scavi sistematici controllati, è stata utilizzata senza soluzione di continuità tra la fine del I sec.a.C. ed il V sec. a.C.
L’area sepolcrale si dispone a fianco del probabile asse di collegamento tra la via Flaminia e la Via Salaria –contigua alla c.d. via di Farfa- secondo modalità ben conosciute per il mondo antico. Fra il IV-V sec. d.C. la necropoli ha certamente accolto anche deposizioni cristiane, indiziate da epigrafi allusive alla ‘nuova’ religione, il Cristianesimo.
Le 50 tombe rinvenute allora, appartenenti ad adulti e bambini, erano del tipo c.d. alla cappuccina, con copertura cioè di tegole e coppi sistemati a formare una sorta di tetto a doppio spiovente, tegole e coppi spesso “bollati” per ricordare il nome dell’inumato. Quasi tutte le sepolture avevano inoltre il piano di deposizione, cioè il fondo, costituito da tegole in piano. Sono state indagate inoltre anche tombe con pareti costruite e con un doppio piano di deposizione sovrapposto destinato a due morti, evidentemente legati da un rapporto parentelare.
Tra i corredi va ricordata una grande fiala di vetro, probabilmente un contenitore di vino, ora conservata e visibile presso il Museo civico di Terni.
Le prossime tappe riguardano la ricollocazione di questo materiale, già raccolto e classificato presso il deposito della Soprintendenza B.A. dell’Umbria a Perugia. Materiale che, in una visione prospettica, sarà accompagnato da nuove testimonianze quando, prima o poi, si metterà mano alle pale nella zona del campetto di calcio, fortemente sospettata di celare nel sottosuolo tombe e altro.
Anche per questo proseguono le indagini sul campo, a lungo rinviate a causa delle avverse condizioni climatiche.
Martedì 28 febbraio sarà dunque ancora a Terni il prof. Paolo Mauriello, geofisico, esperto di chiara fama, per completare le analisi con l’impiego dell’alta tecnologia e l’uso di strumenti geoelettrici –in grado di ‘leggere’ il terreno fino a oltre 10 metri di profondità. Potrebbe infatti essere più estesa anche la stessa rete di cunicoli rinvenuti a fine novembre nell’area dell’ex convento a 8 metri sotto il livello medio del suolo, cunicoli presumibilmente databili all’età pre-romana così come affermato poche ore fa dal soprintendente B.A. dell’Umbria, dott. Mario Pagano, nel corso di una trasmissione televisiva.
Verso il museo-memoriale di San Valentino: appuntamento dunque al 28 febbraio, ore 10.30, presso la basilica degli innamorati.