Potrebbe trovarsi su un sito ancora più antico di quello individuato la necropoli della villa di Poggio Gramignano a Lugnano in Teverina. E’ l’ipotesi a cui stanno lavorando gli archeologici e i ricercatori di tre università statunitensi: Arizona, Yale e Stanford University, coordinate dal prof. David Soren che per primo scoprì il sito e con la collaborazione di Soprintendenza archeologica, Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria e Comune di Lugnano in Teverina.
“La campagna di scavo 2018 – spiega uno dei ricercatori, Roberto Montagnetti – ha permesso di costatare quanto fossero grandi le dimensioni dell’insediamento. Durante le indagini archeologiche sono emersi depositi di materiali molto più antichi rispetto alla cronologia degli altri reperti, portando così ad ipotizzare che la villa occupasse un sito preesistente molto più antico”.
Il nuovo progetto prevede quindi l’ampliamento delle aree di scavo per far luce ulteriormente sull’evoluzione storico-insediativa che caratterizzò il sito. Nelle intenzioni di ricercatori e istituzioni c’è poi il progetto di valorizzazione e musealizzazione dell’area in modo da renderla fruibile anche al pubblico.
A Poggio Gramignano gli archeologi scavano da tre anni sui resti di un’antica villa di epoca romana, riportata alla luce proprio dall’Università dell’Arizona dal 1988 al 1993. Alcuni ambienti furono riutilizzati alla metà del V secolo d.C. come cimitero di bambini.
(foto di repertorio)