Neanche il Coronavirus c'è tregua tra ambientalisti e cacciatori

Neanche col Coronavirus c’è tregua tra ambientalisti e cacciatori

Redazione

Neanche col Coronavirus c’è tregua tra ambientalisti e cacciatori

Polemica sulle iniziative di solidarietà e i contributi, Loretoni: "Strumentali, dallo Stato meno di quanto versiamo"
Mer, 08/04/2020 - 11:37

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Neanche col Coronavirus c’è tregua tra ambientalisti e cacciatori. Diversi gruppi ambientalisti hanno infatti redatto un volantino (che sta circolando sul web) in cui si stigmatizzano gli annunci delle donazioni per l’emergenza Coronavirus fatte da varie associazioni venatorie. Riportando l’elenco degli importi liquidati nel triennio 2016-18 dal Ministero politiche agricole alle varie associazioni venatorie: Federcaccia 1.858.056 euro; Arcicaccia 277.281 euro; Ente produttori selvaggina 23.578 euro; Enalcaccia 392.620; Anuu Migratoristi 145.819; Libera Caccia 511.680; Italcaccia 87.061.

Gli ambientalisti chiedono che, visto il grave momento di crisi legato all’emergenza Covid-19, lo Stato elimini “i contributi economici alle associazioni venatorie e a tutti gli enti inutili e dannosi“.

Le altre critiche alla caccia

Il volantino, poi, prosegue con valutazioni sulla pericolosità della caccia e sulla presunta inutilità della azioni di contenimento di alcune specie, come ad esempio quella dei cinghiali.

La replica delle associazioni venatorie: donazioni soldi dei cacciatori

Un attacco al quale le associazioni venatorie nazionali, tramite la cabina di regia del mondo venatorio, replicano in modo congiunto, spiegando che “il mondo venatorio italiano non riceve dallo Stato alcun finanziamento diretto: in realtà si tratta di un parziale ristorno di una quota addizionale alle concessioni statali e regionali che ogni singolo cacciatore paga ogni anno perché venga ripartita fra le associazioni venatorie in cambio di quanto svolto in termini di gestione faunistico ambientale. Quanto dato dalle Associazioni quindi – la cifra “irrisoria” a loro detta di circa 1 milione e 600mila euroè denaro proveniente dai cacciatori, non dallo Stato, al quale in più si sono sommate le offerte fatte da ogni singolo cittadino cacciatore, i suoi familiari e da quanti sono vicini alla caccia. Quindi, detto in modo forse un po’ brutale affinché perfino le associazioni animaliste estremiste e i loro soci lo possano capire, ogni singolo euro donato dai cacciatori viene dalle tasche dei cacciatori!“.

Quindi la domanda rimandata agli ambientalisti: “Loro possono dire lo stesso di come sovvenzionano e di quali sono le loro iniziative? E non parliamo di quelle benefiche, in cui ognuno agisce solo secondo coscienza, e quasi con pudore“.

Loretoni: “In realtà ci arriva meno di quanto versiamo”

Un altro attacco inutile e pretestuoso al mondo venatorio” la replica del presidente nazionale del collegio Probiviri e presidente umbro della Libera Caccia, Lando Loretoni. “In un momento così difficile per il nostro Paese alcuni ambientalisti trovano anche il modo di contestare iniziative di solidarietà a favore dei nostri ospedali, della Protezione civile e di chi è in prima linea contro il Covid-19” prosegue Loretoni.

Che a proposito dei soldi alle associazioni spiega nel dettaglio: “Il costo della tassa di concessione governativa per pratica attività venatoria è di 168 euro. Invece noi cacciatori ne versiamo 173 perché 5 euro dovrebbero essere ristornati: per il 97% alle associazioni venatorie riconosciute per le attività che svolgono per favorire l’attività venatoria di tutti, non solo degli iscritti; il 2% al Comitato tecnico faunistico; l’1% a Face (la Federazione europea delle associazioni per la caccia e la conservazione). Invece, noi cacciatori paghiamo 5 e ci ristornano 1,5 euro. Ma questo gli ambientalisti non lo dicono“.

Il ringraziamento ai cacciatori lavoratori e solidali

Rinnoviamo invece il plauso e ringraziamento – conclude Lando Loretoni – ai tanti cacciatori che in queste settimane di emergenza sanitaria, singolarmente o attraverso le proprie associazioni a livello nazionale e locale, stanno sostenendo il sistema sanitario, la Protezione civile e quanti sono in prima linea contro il Covid-19. Oltre naturalmente ai tanti cacciatori medici, infermieri, rappresentanti delle forze dell’ordine e lavoratori che stanno svolgendo servizi essenziali. Perché i cacciatori, forse qualcuno lo dimentica, sono persone che, oltre alla grande passione per la caccia, vivono ogni giorno la loro vita in famiglia e al lavoro“.

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