La ‘ndrangheta come una multinazionale che da anni opera secondo un piano di colonizzazione di vaste aree di territori stranieri. È stata presentata ieri in Senato la Relazione 2015 della Direzione Nazionale Antimafia, secondo la quale ci sarebbero sempre più interessi legati al malaffare della ‘ndrangheta in alcune località del centro e del nord Italia. Secondo il documento sarebbe “sempre più solido il radicamento delle cellule fondamentali in varie località del Centro nord, prime fra tutte Lombardia e l’Emilia Romagna”.
Rispetto al rapporto annuale del 2014, il quadro delineato non presenta grandi novità, se non lo sviluppo delle mafie al Nord, in particolar modo l’ndrangheta. La Dna sottolinea che, la presenza dell’ndrangheta, è sempre più massiccia ed incisiva la presenza della ‘ndr nelle regioni del centro-nord. Alla Lombardia segue il Piemonte, l’Emilia Romagna, e il Lazio, ma cellule operative e ben insediate sono stat riscontrate anche in Liguria, Veneto e Marche. Menzionata anche l’Umbria e non stupisce, soprattutto dopo le inchieste della Dda di Perugia e le cui indagini, le cui indagini secondo il procuratore antimafia, dimostrerebbero una evoluzione quanti – qualitativa dell’attività della criminalità organizzata a livello locale. Insediamenti che sarebbero anche collegati alla criminalità della regione d’origine, la Calabria.
Nella relazione 2015 si ribadisce come il nostro sei un territorio sano, assediato in maniera sempre più pressante e visibile da criminalità organizzata che si sta infiltrando in maniera stabile sul territorio, ormai suddiviso per talune attività, prima fra tutte la gestione del mercato degli stupefacenti, in vere e proprie zone d’influenza. Un allarme, quindi, c he riguarderebbe in particolar modo il mercato degli stupefacenti dove si assisterebbe anche alla spartizione in zone di influenza.
Sul capitolo droga, Roberti, ricorda che in Europa un cittadino su quattro ha contatti con la droga e che il mercato delle sostanze stupefacenti muove all’anno su scala mondiale 560 miliardi di dollari. In Italia, invece, si parla di 35 miliardi di euro.