Romizi l’aveva già annunciato, ma ora arriva l’ufficializzazione. Il Comune di Perugia, sulla scia della Regione, si è costituito parte civile del processo denominato “Quarto passo” per le presunte infiltrazioni della ‘ndrangheta e che vede imputatati 50 persone a vario titolo. Una vicenda che tanto eco ha avuto sui mezzi di informazione, e che vede aperta un’inchiesta portata avanti dal sostituto procuratore antimafia per l’Umbria, Antonella Duchini e che nel dicembre del 2014 ha tracciato un disegno criminoso in ambito associativo mafioso, di numerosi gravi reati, quali usura, estorsione pure con mezzi violenti, truffa, furto nel territorio umbro. Un lungo collegamento che porta dalla Calabria, e da Cirò e Cirò Marina per la precisione, sale tutto lo stivale e arriva fino in Umbria. Un segnale importante per la comunità perugina, per la magistratura e anche per le stesse associazioni criminali.
Un’iniziativa inedita che colloca le Istituzioni in prima linea nella tutela del territorio dell’Umbria, della sua immagine, della sua economia e del suo sistema sociale, che sempre di più necessitano di mezzi e strumenti per fare fronte ad un rischio di infiltrazione da parte di una criminalità agguerrita quanto pericolosa.
La delibera approvata. “Sembrano in effetti sussistere – spiega una delibera di giunta – tutti gli elementi legittimanti la costituzione a parte civile: da un lato, infatti, l’incolumità pubblica e la sicurezza urbana si configurano come beni-interessi alla cui tutela è preposto il Comune nell’insieme dei suoi organi ed uffici. Dall’altra il sindaco deve tutelare la comunità. La stessa giurisprudenza da tempo ritiene legittimati i Comuni alla costituzione di parte civile nei delitti di stampo mafioso”. Non si può negare come la commissione di delitti gravi quali quelli in discussione, peraltro oggetto di una notevole e risonante campagna mediatica, “abbia inferto – continua l’atto comunale – un grave colpo all’immagine della comunità locale sia, infine, agli sforzi, anche finanziari, messi in campo dall’Amministrazione per contrastare i fenomeni criminali“.
Ed ecco che, con l’avvicinarsi del “dibattimento del processo in parola fissata per il 28 novembre”, s’impone che la delibera, approvata all’unanimità, sia attuata in tempi brevi per consentire al legale che sarà officiato di approntare una adeguata difesa su una vicenda particolarmente complessa, che vede imputati ben cinquanta soggetti.