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Natale a Perugia, pranzi in comunità dall'arcivescovato alle parrocchie

Sono tantissimi i bambini, le famiglie e le singole persone in difficoltà che ieri hanno festeggiato il Natale accolti nelle strutture Caritas, nelle parrocchie e tra alcune famiglie di Perugia, grazie all'iniziativa della Caritas diocesana pensata per “fare della comunità un mezzo di contrasto alla crisi”.

“Quest'anno – ha detto l'arcivescovo Gualtiero Bassetti- il pranzo di Natale è diffuso sul territorio per sensibilizzare tutta la comunità diocesana affinché a Natale le persone restino da sole il meno possibile. Abbiamo bisogno di stare insieme, di vivere con gioia il Natale per condividere la festa più bella”, ha detto.
Anche alla tavola dello stesso arcivescovo, nella Sala San Francesco del palazzo arcivescovile, hanno seduto ieri oltre 60 persone, tra frequentatori abituali delle mense Caritas e bambini, alcuni dei quali che vivono in affidamento in famiglie perugine.

Secondo quanto riferito dalla Curia, però, sono state numerose in tutto il capoluogo le famiglie ad aver accolto in casa singoli o nuclei familiari in difficoltà, mentre “in diverse realtà dell'Archidiocesi si sono organizzati i pranzi come in arcivescovado”.

In particolare nelle “comunità di carità come 'Alle Querce di Mamre' a Cenerente si sono ritrovati in più di venti a tavola con le ospiti e i loro bambini, e al 'Villaggio Santa Caterina' in Solfagnano erano una ventina a fare festa tra anziani ospiti e i volontari. A 'Casa Emmaus' in Lidarno per nuclei familiari con portatori di handicap il pranzo è stato preparato e servito da alcuni operatori del Centro volontari della sofferenza (Cvs) e tra i venticinque commensali c'erano anche dei giovani dell'Opera Don Guanella”.

Comunità anti crisi – Il senso si solidarietà, di comunità e di condivisione è stato richiamato anche dall'arcivescovo nel corso delle messe di Natale celebrate in cattedrale a Perugia. Bassetti ha parlato della crisi che sta colpendo l'Italia in questi giorni, “morale prima che economica”, e ha richiamato il senso di comunità come unico “antidoto” efficace.

“È fuori di dubbio che non possiamo più comportarci come in passato”, ha detto l'arcivescovo nel corso dell'omelia. “È urgente scegliere altri modi di vivere rispetto a quelli del passato, meno affannati e più attenti ai rapporti umani in famiglia, a quelli tra noi e con gli altri, e quindi comportarci in maniera più attenta al bene comune delle nostre città e dell'intero Paese”.