È con estrema riconoscenza verso la donazione che Paola Pillitu (foto) fece alla città, che oggi compiamo il primo passo verso il Centro Studi Pillitu-Meroni
Con la firma dell’atto costitutivo da parte dell’Amministrazione comunale di Città di Castello è nato ufficialmente l’organismo che gestirà il patrimonio del lascito, formato da un immenso e importante materiale. Non solo documentario ma anche oggettistica del periodo e collezioni che verranno trasferite dalle altre case di Paola Pillitu, così come dettagliatamente disposto nelle sue volontà, di cui è esecutrice Maria Teresa Cupella.
Un saggio di queste collezioni è già visibile nelle teche che occupano una sala dell’appartamento di Palazzo Pierleoni, in Corso Vittorio Emanuele, parte integrante dell’eredità, stucchi e affreschi risalenti al Seicento, ceramiche dell’Ottocento e del Novecento, pezzi di Baldelli e Derigù, collezioni di moda, cappelli e calzature degli anni Quaranta, molti dei quali erano appartenuti alla madre di Paola Pillitu, Iole Meroni. C’è anche una sezione dedicata all’arte moderna con quadri di De Gregori e Dottori, due opere provenienti dalla mostra di Fighille, acquistate di recente, ed alcune tele firmate da Maria Teresa Cupella (allieva di Dottori) e dalla stessa Pillitu. Un repertorio di carattere etnico, proveniente da viaggi frequenti compiuti intorno al mondo, completa l’excurcus sul lascito.
Dopo il pronunciamento positivo da parte del Consiglio comunale, giunge l’atto che consente di entrare nella fase operativa dell’attività del Centro studi, nella forma di associazione non riconosciuta. Tra gli scopi fondativi avrà il perseguimento di finalità di interesse pubblico, attraverso la conservazione degli archivi nell’appartamento che fu studio sia del padre che di Paola Pillitu.