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Nasce a Città delle Pieve lo Spazio Kossuth, inaugurato da Vittorio Sgarbi

Dopo 30 anni di chiusura, le rimesse dello storico Palazzo Vescovile di Città della Pieve tornano in vita completamente restaurate e diventano sede del nuovo Spazio Kossuth, quale omaggio alla poliedrica personalità del maestro Wolfgang Alexander Kossuth e alla città da lui scelta come luogo di ispirazione e di produzione artistica, città dove oggi riposa.

Nella principale via Vannucci, accanto all’oratorio che ospita il famoso affresco l’Adorazione dei Magi del Perugino, nasce uno spazio dedicato all’arte contemporanea, ricavato al piano terreno del Palazzo Vescovile (1780). Lo Spazio ha aperto per la prima volta al pubblico sabato 30 maggio, con l’antologica “Kossuth 1981 – 2009”, visitabile fino al 31 ottobre 2015. Tanti i visitatori che hanno affollato lo Spazio nei primi giorni di apertura.

A presiedere l’evento di inaugurazione è stato il critico d’arte Vittorio Sgarbi, estimatore da sempre del maestro: “Oggi celebriamo a Città della Pieve la Festa della Bellezza. Kossuth, con l’integrità delle sue opere, ha saputo restituire alla rappresentazione del corpo maschile e femminile il giusto ruolo e quella purezza vibrante propria dell’arte classica, a cui si è ispirato fortemente. La scultura di Kossuth fa continuo riferimento all’astrazione della materia, in particolare della terracotta e del bronzo, alludendo alla purezza assoluta dell’idea che si fa forma. Tutta la scultura greca, romanica, rinascimentale puntava sul colore, sulla policromia. Il tempo in molti casi ha eliminato il colore, come nelle sculture antiche. Kossuth parte già acromatico, creando una perfezione senza colore.

Questo museo consacra la resurrezione dell’arte di Kossuth, perché la sua vita e la sua anima vivono nelle sue opere. Da oggi in Umbria abbiamo due luoghi che celebrano al meglio il contemporaneo: Città di Castello con Burri e Città della Pieve con Kossuth. Entrambi i maestri hanno saputo resistere e combattere la propria idea di arte”.

Il restauro delle rimesse del Palazzo Vescovile e la creazione dello Spazio Kossuth sono stati fortemente voluti dell’Associazione Ankamò, promotrice dell’operazione, in collaborazione con il Comune di Città della Pieve e l’Arcidiocesi di Perugia-Città della Pieve, nella persona dell’arcivescovo cardinale Gualtiero Bassetti.

Lo Spazio Kossuth è inserito nell’itinerario di visita del Circuito Museale di Città della Pieve, a completamento dei due gruppi in resina già esposti presso la Chiesa di Santa Maria dei Servi, “La Maddalena sotto la croce” e “La Pietà”, due capolavori che fondono insieme bellezza ed emozione.

LO SPAZIO ESPOSITIVO

Nelle cinque sale dello Spazio, l’antologica “Kossuth 1981 – 2009” presenta 78 opere, tra sculture, quadri e disegni, quale fluida narrazione dei momenti significativi del lungo percorso artistico del maestro Kossuth, artista poliedrico che ha iniziato in età matura a dedicarsi all’arte figurativa, dopo un’importante carriera musicale. Per 29 anni Kossuth ha lavorato intensamente dal primo all’ultimo giorno con la stessa passione, lo stesso impegno e piacere.

La mostra presenta le meraviglie di un grande artista, sofisticato e attento: i temi indagati e i diversi materiali usati si mescolano in un percorso senza cronologia, nel rispetto di quell’esigenza di approfondimento ed espressione che ha dominato ogni sua opera. Per Kossuth non esistevano barriere o differenze: i soggetti, la scultura, la pittura e la musica erano “Arte”, ogni aspetto diveniva mezzo per realizzare il proprio mondo. Ha vissuto tutta la vita con grande e profondo amore per ogni aspetto e persona a cui si sia interessato.

È proprio per questo che nelle sue opere domina l’essenza della figura umana, ossessione vitale e fonte ispiratrice di infinite possibilità espressive. Il percorso nello Spazio di Città della Pieve si apre con l’affascinante visione della scultura in bronzo di Roberto Bolle, etoile internazionale, collocata nel cortile del Palazzo Vescovile. Nelle sale attigue si snodano tutti i temi affrontati da Kossuth: i miti, il balletto, il ritratto, la religione, la famiglia.

Nella prima sala i ritratti in bronzo e terracotta di grandi artisti quali Ottavio Mazzonis, Alessandra Ferri e Mario Soldati dialogano con il paesaggio su tela di Città della Pieve, con i tratti leggeri del “Nudo” a matita e con gli intensi bronzi della la coppia mitica “Dafne e Apollo”, della ballerina “Camilla” e di “Pomona”.

Nella seconda sala i nudi, di forte impatto emozionale, diventano puro omaggio alla vita, in un pudore raccolto e armonico: “Eterno Femmineo”, “Wendy”, la “Nascita d’Adone”, la “Nascita di Mercurio” e “Innamorata” sono scolpiti con una plasticità perfetta. Il corpo, sia maschile sia femminile, è indagato dall’artista nella sua fisicità e spiritualità, per quel che di inafferrabile e misterioso esso conserva: “Il corpo umano è incomprensibile – diceva lo stesso Kossuth  – sono ancora lontano dal padroneggiarlo. Lo guardo e mi chiedo: come nasce questa forma? E più tento di approfondire e più mi sfugge. Io ricerco nella figura umana, tra statica e anatomia, l’opera di Dio”.

La terza sala si illumina con due opere in resina bianca, fonte di profonda ricerca formale: in “Capriccio” protagonista è la musica, prima passione di Kossuth; con “Nascita d’Adamo” il virtuosismo dei corpi lascia il posto all’astrazione. La tematica musicale prosegue sulle pareti con le tele “Capriccio” e “Paganini”.

L’etoile internazionale Massimo Murru è il protagonista della quarta sala: Alexander Kossuth non ha canoni e non li ricerca, si lascia ispirare dall’idea che il modello suggerisce e di cui coglie l’anatomia delle masse muscolari e la grazia che le muove. È l’anima che parla attraverso il corpo, da qui la scelta frequente di modelli nel campo della danza, ballerine e danzatori in un susseguirsi di movimenti del corpo ritmati e modellati su un testo musicale, come le altre due sculture in questa sala, “Alessia” e “Ballerina con tutù”. La quinta sala è dominata dal grande bronzo “Giada con turbante”: a stupire ogni volta è lo straordinario uso della materia.

Kossuth, che ha abbandonato il linguaggio della musica per concentrare la propria creatività in ambito plastico, è un esempio chiaro di contemporaneità che sfugge alle mode. La figura non è mai ritratta e mai immobile nei suoi lavori, ma muove verso tensioni muscolari ed emotive. Leggerezza ed equilibrio, raffinatezza ed eleganza si fondono perfettamente con l’impiego del bronzo e delle resine.

Le opere di Kossuth sono l’anima del nuovo spazio culturale della città umbra: la programmazione delle future mostre annuali avranno come tema i soggetti del suo lavoro. Ogni anno la scelta sarà fatta in collaborazione con insegnanti e studenti di un istituto scolastico di Città della Pieve. Il tema scelto – i miti, i ritratti, le opere religiose, il disegno, le fusioni a cera persa, etc. – verrà approfondito con ricerche ed elaborati, attraverso lo studio di opere di Kossuth e di altri artisti contemporanei, con le quali sarà realizzata la mostra annuale. Obiettivo di questo Spazio e dell’associazione Ankamò è promuovere l’arte e avvicinare ad essa i giovani e tutti coloro che ne hanno interesse. Linea guida del progetto è il pensiero “Se guardi, conosci. Se studi, ricordi. Se fai, capisci”. Fare, rendere visibile, udibile e tangibile agli altri la propria visione affinché sia condivisa è la necessità dell’Artista. Alcuni artisti riescono a farlo attraverso le loro opere, altri devono utilizzare parole per spiegarsi, a volte devono far intervenire parole d’altri perché le loro non bastano.

IL PALAZZO VESCOVILE

Prima che Clemente VII dichiarasse Sede Vescovile Città della Pieve, aveva residenza al Palazzo Vescovile un Vicario con autorità delegata dal Vescovo di Chiusi. Da un documento del 1438 si apprende che fino d’allora esistevano “le case del Vescovo”: le stesse vengono ricordate in un documento del 1500 e nel 1558, il 28 aprile, si registra un prestito di 1500 mattoni da parte della Cattedrale al Vescovo di Chiusi per la “fabbrica dell’Episcopio”. Il 18 ottobre 1572 fu concesso al Vescovo di Chiusi, per uso, il torrione sopra le muraglie castellane tra la porta del Casalino e la Chiesa di San Girolamo. Il 29 aprile del 1772, essendo ridotta in cattive condizioni, Monsignor Stefanini ottiene 1600 scudi per il restauro del Palazzo Vescovile; i lavori ebbero termine nel 1780.

Quando il Pontefice Gregorio XVI, nel 1841, degnò questa città della sua presenza, il Vescovo si adoperò per accoglierlo in modo ragguardevole nell’Episcopio e il fabbricato interno fu adornato con decorazioni eseguite dal pittore Ferdinando Valeri di Santa Fiora. Consistenti migliorie furono apportate nel 1800.

Il primo piano del palazzo, l’appartamento del Vescovo ed alcune stanze di rappresentanza sono state recentemente oggetto di un accurato restauro.

COORDINATE DI MOSTRA

Titolo: Mostra antologica “Kossuth 1981 – 2009”

Sede: Spazio Kossuth, Rimesse del Palazzo Vescovile – via Vannucci 12, Città della Pieve (Pg)

Inaugurazione: sabato 30 maggio 2015, ore 18.00

Presentazione ufficiale: a cura di Vittorio Sgarbi

Durata: 30 maggio – 31 ottobre 2015

Enti promotori: Associazione Ankamò, Arcidiocesi di Perugia-Città della Pieve, Comune di Città della Pieve

Organizzazione: Associazione Ankamò

Orari di apertura: giugno e settembre, sabato e domenica 10-13.30/14.30-18; luglio e agosto tutti i giorni 10.30-13.30/15-19; ottobre visitabile nel circuito cittadino. Da giugno ad ottobre tutti i giorni visite guidate comprese nel circuito museale di Città della Pieve. È possibile prenotare l’apertura straordinaria per visite riservate.

Informazioni al pubblico: ufficio del turismo 0578 298520; Associazione Ankamò 347 8708700

Sito web: www.kossuth.org