Il Comune di Narni parteciperà alla 56esima edizione della Biennale di Venezia come promotore e organizzatore della mostra Sepphoris, un allestimento fotografico di Alessandro Valeri, curato da Riccardo Gavarro, che racconta l’integrazione e la solidarietà in Galilea, a Seforis, vicino Nazareth, dove all’interno di un kibbutz ebraico ma in una zona del paese prevalentemente abitata da arabi musulmani, l’ordine delle figlie di Sant’Anna, insieme a una trentina di collaboratori, gestisce da anni un orfanotrofio con 75 bambini orfani, in affido o con situazioni familiari critiche, senza distinzione di etnia o religione.
La mostra verrà inaugurata il 7 maggio e rimarrà aperta fino al 22 novembre nell’atrio interno del Molino Stucky alle Fondamenta di San Biagio, nell’Isola della Giudecca. L’esposizione è composta da 15 tele tre metri per tre, appese alle travature dell’atrio che si avvitano verso l’alto per venticinque metri, creando una vertigine in cui le immagini fotografiche, completate da interventi pittorici, raccontano la storia dell’orfanotrofio di Seforis. Il ricavato economico ottenuto dalla vendita delle opere sarà destinato, senza intermediazioni, all’orfanotrofio, che potrà così acquistare beni di prima necessità e ristrutturare e sanare parti dell’edificio. L’installazione è accompagnata da un video che l’artista e il curatore hanno girato insieme in Israele, nell’orfanotrofio, realizzando un lavoro composito tra video d’arte, documentario e classico e corto cinematografico. Sepphoris è accompagnata da un catalogo bilingue, introdotto da un testo del curatore, che contiene la documentazione fotografica delle opere e dei disegni preparatori e le immagini del backstage del video, a cura di Olivia Arcangeli.
“Narni, – spiegano dall’amministrazione – ha promosso questa iniziativa perché in essa ha visto la prospettiva di disseminare solidarietà concreta attraverso una proposta artistica di grande valore che riveste anche un’importanza sociale. Il Comune ricorda inoltre che è uno dei pochissimi in Italia ad essere ospitato alla Biennale e la presenza è motivo di grande soddisfazione ma è anche un veicolo importante per far conoscere la città e l’Umbria”.