Un canale della droga importantissimo quello a cui sono arrivati gli agenti della Squadra Mobile di Perugia, coordinati dal dirigente Marco Chiacchiera, insieme ai colleghi di Napoli e di Livorno. In manette sono finiti Khadharaoui Mohamed ben Ahmed, detto Hamma, fermato a Napoli, capo del gruppo e tunisino di 36 anni; Tabiblhay Meryem, 40enne nata in Marocco, anche lei arrestata a Napoli, pusher e corriere di fiducia di Hamma; Elwertatani Mohamed Salah, tunisino di 28 anni luogotenente del capo a Livorno; Haouachi Mohamed Ben Ali, con base a Perugia, anche lui tunisino di 37 anni; e Ghilani Lazher, tunisino 21enne, luogotenente a Perugia. Altri due arresti sono avvenuti in flagranza: nello specifico la polizia ha catturato Wrteni Arbi, nato in Tunisia il 22 ottobre 1989, e Kaoija Abrahamen, nato in Marocco il 19 luglio del 1980, entrambi arrestati a Livorno nelle fasi dell'esecuzione dell'ordinanza di custodia cautelare a Elwertatani. Sono tutti clandestini: duranti gli arresti sono stati anche rinvenuti documenti falsi, tra cui patenti di varia nazionalità europea, denaro contante, bilancini di precisione, oltre che la droga. Nell'operazione hanno avuto un ruolo determinante anche il Sostituto Procuratore Mario Formisano e il G.i.p. Alberto Avenoso.
La “primula rossa” – Hamma comincia la sua “carriera” a Perugia: la sua è una lunga scalata ai vertici dello spaccio, che gli consente di diventare la “primula rossa” della droga, almeno in centro Italia. Con i suoi “colleghi”, disseminati sul territorio nazionale, riforniva diverse piazze: il centro di Perugia è stato dunque solo uno dei primi luoghi in cui Hamma si è “formato” muovendo i primi passi. La droga sequestrata nel tempo, principalmente eroina e cocaina, le numerose telefonate tra spacciatori e acquirenti, alcuni bonifici (di 12 e 45 mila euro) hanno consentito agli agenti di risalire a lui e ai suoi luogotenenti che gli reggevano il mercato su Perugia e Livorno. Hamma infatti si era trasferito a Napoli, riparando per così dire quando a Perugia la situazione si era fatta pesante. E così facevano alcuni dei suoi amici: la polizia ha così potuto capire quale tipo di collegamento ci sia tra città come Livorno, Napoli e Perugia, diverse per caratteristiche e posizione geografica, ma ben collegate tra di loro proprio per i canali della droga. Un giro di affari che garantiva agli spacciatori di guadagnare anche 10 mila euro a settimana.
I precedenti – Le prime avvisaglie del giro di droga si ebbero già ai tempi di Via della Sposa, a Perugia, quando la faida tra spacciatori che si dividevano il territorio avveniva per la conquista delle schede telefoniche: con quei contatti, infatti, lo spaccio gli veniva garantito e gli acquirenti potevano arrivare ad un pusher più che ad un altro. Ed è proprio in Via della Sposa, tra Tarek, Nizar e Hamma che si costituisce il sodalizio per spartirsi Perugia: il centro, la stazione, la zona dei ponti. La droga cambia canale: se prima arrivava principalmente dal nord, attraverso la E45 e passando per Cesena, ora è Napoli che diventa la piazza di rifornimento principale.
I luoghi – Un giro di droga però che non coinvolgeva solo Perugia, Napoli e Livorno, ma anche altre città, fatto che spiega come l'organizzazione di Hamma fosse distribuita capillarmente sul territorio italiano: durante i vari sequestri, dal primo a Perugia a maggio con 180 grammi di eroina recuperati, a Livorno con altri 250 grammi di eroina, spunta anche Sanremo, con una partita di cocaina. Napoli è centrale in questa storia: Hamma si trovava nel capoluogo campano al momento dell'arresto, ma non è certo che vi spacciasse, non perlomeno nella zona della Stazione dove aveva base. E' più probabile che, a seguito di un accordo con la malavita del posto, il suo bacino di vendita fosse la periferia campana. Non è allo stesso modo detto che lo stupefacente arrivasse dalla camorra.
Di tutti i pusher, Elwertatani voleva tornare in Tunisia: la moglie era infatti incinta, e l'uomo aveva deciso di abbandonare la sua “occupazione”, probabilmente perchè ciò che aveva guadagnato era tale da potergli permettere di lasciare l'Italia.
Alessia Chiriatti
Riproduzione riservata