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Musica a Spoleto: viaggio tra scuola, generi e generazioni

di Daniele Rossi

“La musica è una legge morale: essa da’ un’anima all’universo, le ali al pensiero, uno slancio all’immaginazione, un fascino alla tristezza, un impulso alla gaiezza e la vita a tutte le cose”. Così diceva Platone molti anni fa; la musica è una buona amica che ci fa compagnia in ogni momento, che sia bello o brutto, senza abbandonarci mai. Ma come si relazionano gli spoletini con essa? Noi di Tuttoggi lo abbiamo chiesto all’assessore Gianni Quaranta:

Cosa intende fare il Comune per promuovere lo studio della musica nelle scuole?

“Di norma il Comune non può interferire con i programmi ministeriali, ma mi auguro che prima o poi qualcuno capisca che anche la musica è importante, poiché è un linguaggio che tutti comprendono e che non ha bisogno di traduzioni, ed è quindi l’unico elemento che unisce tutti i popoli del mondo”.

Ritiene che la musica abbia un ruolo secondario nella formazione culturale di un individuo rispetto alle altre arti?

“Assolutamente no. La musica è essenziale per visualizzare tutto ciò che ci circonda soltanto grazie all’udito. Voglio dire che si riesce ad esempio a riconoscere uno spot pubblicitario grazie alla musica pur senza guardare le immagini in televisione”.

Come vivono la musica gli spoletini?

“Purtroppo al momento non dispongo di statistiche, ma so per certo che gli spoletini amano la musica; questo posso dirlo perché quando ci sono gli spettacoli i teatri sono sempre pieni. La musica è il punto numero uno di attrazione a Spoleto, più dell’Opera e del teatro lirico. Proprio per questo motivo è mia intenzione creare, in accordo col direttore della scuola di musica, un’orchestra stabile a Spoleto scegliendo i ragazzi più bravi dalla scuola comunale”.

La musica nelle scuole

Per capire meglio chi sono gli studenti di musica a Spoleto ci siamo confrontati con Roberto Carlini, direttore e insegnante della Modern Music School.

Il maestro ci ha spiegato che la fascia di età degli alunni della scuola rientra tra i 13 e i 20 anni, anche se non mancano i più piccoli che seguono i corsi propedeutici e allievi più maturi che iniziano a studiare musica dopo il pensionamento. Ci sono circa 150 iscritti che hanno scelto tra tutti gli strumenti disponibili (per la maggior parte si tratta di chitarra e canto). Ovviamente tra loro c’è chi scopre di non essere poi così appassionato e sospende l’attività, c’è chi viene forzato dai genitori e si stufa facilmente oppure chi raggiunge dei livelli di apprendimento soddisfacenti per uno strumento e decide di studiarne uno nuovo. In molti poi hanno formato dei gruppi e si incontrano spesso per suonare. Ultimamente, a causa della crisi, si è avvertito un leggero calo nelle iscrizioni, soprattutto tra gli adulti, mentre tra i più giovani i numeri sono rimasti stabili presumibilmente perché i genitori cercano in tutti i modi di non far mancare nulla ai figli.

L’insegnamento nel tempo

Con il cambiare dei tempi, anche i metodi di insegnamento sono cambiati, come ci spiega Roberto Carlini: le lezioni on-line e lo studio tramite supporti informatici, sono uno stimolo all’apprendimento della musica, ma un insegnante serve sempre: su Internet ci sono molti video didattici, ma questi non possono né correggere i vari errori, né adeguarsi alle esigenze degli “allievi” .

“Dopo 15 anni di esperienza, ritengo che non si possa relegare l’insegnamento ad un unico metodo: la didattica va adattata ad ogni persona. Qui alla MMS utilizziamo nuovi programmi per il computer che coadiuvano lo studio e altri sistemi importati dagli Stati Uniti, che vanno a sostituire il vecchio solfeggio”, dice il maestro Carlini. “Teoria e pratica vanno portate avanti di pari passo; fino a poco tempo fa prima di suonare uno strumento si dovevano obbligatoriamente fare lunghi periodi di solfeggio, il che poteva demotivare in breve tempo anche gli alunni più predisposti. Io sono del parere che studiare musica non significhi necessariamente suonare ciò che qualcuno ha scritto quattrocento anni fa, ma guardare a 360° tutto il panorama musicale mondiale, dalla musica Reggae a quella elettronica, passando per il Jazz, il Blues e tutto ciò che c’è in mezzo. Purtroppo il tipo di insegnamento che per tantissimi anni c’è stato da noi era rivolto solo alla musica classica, e questo ha formato musicisti meno versatili rispetto a quelli di altri Paesi.”

Musica e generazioni

Per inquadrare ancora meglio come la città di Spoleto viva la musica, abbiamo intervistato un numero rappresentativo di persone appartenenti alle tre fasce d’età principali ed è emerso che:

• tra i ragazzi il genere più gettonato è il rock/pop, seguito dalla musica di tipo più commerciale e quindi di più facile ascolto; quasi tutti gli intervistati ascoltano musica durante i viaggi in auto e nei momenti liberi, mentre una piccola parte lo fa quando studia;

• tra gli adulti vanno per la maggiore i cantautori italiani, seguiti dal rock, dalla musica pop e dalla classica; la quasi totalità delle persone intervistate ascolta la musica nei viaggi in auto e nei momenti liberi, anche se non mancano gli individui che la ascoltano durante le trasmissioni televisive;

• per quanto riguarda gli anziani, il genere prediletto è la musica classica, che condivide il primo posto del podio insieme ai cantautori italiani. Dai dati raccolti si evince che per le persone della terza età ogni momento della giornata è buono per ascoltare la musica: durante i viaggi in auto, mentre si sbrigano le faccende domestiche o mentre ci si rilassa davanti alla televisione.

* Studente progetto XI edizione del Corso propedeutico di giornalismo “Walter Tobagi”