Domenica 26 settembre, alle ore 17,30, in occasione delle Giornate Europee del Patrimonio, al Museo archeologico nazionale di Orvieto (piazza Duomo) sarà inaugurato il nuovo allestimento espositivo delle terrecotte architettoniche relative al tempio etrusco del Belvedere.
Saranno presenti Lara Anniboletti, direttrice del Museo archeologico nazionale di Orvieto e della Necropoli del Crocifisso del Tufo, e Massimo Legni, dello Studio ARCHITUTTO DESIGNER’S, che illustreranno il progetto.Ci si immergerà completamente nella realtà 3D del tempio, attraverso l’uso di Oculus Go, un apposito visore VR 360.
L’edificio sacro più monumentale della città, di cui sono tuttora visibili i resti presso il margine orientale della rupe tufacea, ha restituito una grande quantità di motivi decorativi in terracotta, appartenenti a diverse fasi della vita del santuario, una prima serie databile agli inizi del V secolo a.C. e la quasi totalità del sistema decorativo della fine del V a.C. Le antefisse di moduli diversi a testa di Satiro e di Menade, le lastre di rivestimento, le tegole di gronda e le sculture frontonali denotano un altissimo livello della produzione locale, influenzata, se non direttamente condotta, da artigiani greci legati allo stile fidiaco dell’epoca classica. Nel cavo frontonale “aperto” la decorazione esibiva gruppi di figure in altorilievo, aderenti con il corpo alla lastra di fondo e sporgenti con le spalle, disposte a protezione delle testate dei travi lignei, personaggi maschili in nudità eroica, coperti appena dalla clamide; guerrieri stretti nella corazza a lamelle; vecchi e giovani; alcune divinità riconoscibili dagli attributi come Artemide dalla pelle caprina, Atena con l’egida di serpentelli, Hermes con il petaso alato, Eracle con la clava.
«Il progetto di riallestimento nella Sala Settecamini, che ospita molte delle terrecotte architettoniche della seconda fase del tempio», ha dichiarato Lara Anniboletti, «prevede la collocazione di un grande pannello di sfondo con la ricostruzione tridimensionale della travatura e carpenteria originali, realizzato sulla base di un rilievo 3D dell’elevato, in grado di orientare immediatamente il visitatore circa la funzione e la collocazione originaria delle antefisse di Satiro e Menade, delle lastre di rivestimento policrome decorate ad elementi vegetali e delle sculture frontonali».
Il santuario, dedicato a Tinia calusna, la massima divinità etrusca, qui venerata nel suo aspetto ‘ctonio’ o ‘infero’, è uno dei rari esempi di tempio del tipo tuscanico secondo la classificazione di Vitruvio: nella parte posteriore vi sono le tre celle, di cui la centrale, di dimensioni maggiori, ospitava il simulacro della divinità; la parte anteriore è aperta e si compone di una prima fila di quattro colonne, e due nella seconda, chiuse fra ante laterali che proseguono i muri perimetrali esterni delle celle. La non assialità delle colonne è dovuta ad un inconsueto restringimento del pronao del tempio nel fianco orientale, di cui la conservazione delle strutture solo in fondazione, non permette ulteriori analisi. Le pareti laterali proseguono sulla facciata con due muri paralleli, funzionali ad una scalinata di accesso che doveva essere ampia quanto l’edifico, e non come ora ricostruita.
«Un video proiettato in loop», ha proseguito la direttrice, «permetterà di comprendere la struttura templare realizzata con modellazione 3D da Studio ARCHITUTTO DESIGNER’S di Massimo Legni (Tarquinia), in modo da avere una vista immersiva e quasi completa del santuario, attraverso un’animazione che ripropone una sequenza ragionata delle componenti dell’edificio in progress da zero a concluso»
«La ricostruzione dell’elevato del Tempio del Belvedere è stata sempre rimandata, a partire dagli anni 1920/25, con le prime campagne di scavo eseguite da E. Stefani (Notizie degli Scavi di Antichità, 1925) e, in seguito, negli studi di L. Pernier (Notizie degli Scavi di Antichità, 1929) e di A. Minto (Studi Etruschi, vol. XVI, 1942), nonostante l’evidenza tipologica del tempio tuscanico, riconducibile ai canoni vitruviani, sempre menzionata dagli studiosi, i quali concordavano tutti su questo aspetto», ha affermato, da parte sua, Massimo Legni. «L’unica “anomalia” è quella risultante dai rilievi di scavo delle fondazioni, che evidenziano una leggera differenza tra il frontone Nord e quello Sud (relativo alla scala di accesso al pronao): 60 cm in meno, che vengono a creare un anomalo e non giustificato restringimento».
Oggi, grazie alle tecniche di modellazione 3D proposte dello Studio ARCHITUTTO DESIGNER’S, si possono comparare i dati di scavo e le ipotesi di ricostruzione abbastanza facilmente e capire quali possano essere state verosimilmente le intenzioni e le caratteristiche architettoniche originarie.
Si consiglia la prenotazione al numero 0763 341039 o all’email drm-umb.muorvieto@beniculturali.it
Per motivi di sicurezza e prevenzione, i visitatori verranno contingentati e la visita sarà svolta in piccoli gruppi.