“Ridurre il più possibile l’incidenza delle malattie professionali, che in Umbria raggiungono numeri importanti e, purtroppo, in progressiva crescita, attraverso il coinvolgimento attivo dei lavoratori e andando a intervenire sui gesti compiuti quotidianamente. Questo consentirebbe anche di migliorare la sostenibilità sociale delle imprese, incidendo concretamente sulla qualità della vita dei lavoratori”.
È proprio partendo dall’analisi dei dati disponibili sulle malattie professionali che è nata l’idea di “Lavori-amo sui comportamenti”, il progetto di Cna Umbria realizzato in collaborazione con la direzione regionale dell’Inail.
“In Umbria – riferisce Anna Lisa Agneletti, responsabile regionale della Cna per il settore ambiente e sicurezza sui luoghi di lavoro – nel novembre 2021 si è registrato un aumento del 35,5% di denunce di malattie professionali rispetto allo stesso periodo del 2020 (fonte Inail), dati che si traducono in costi importanti, sia per le imprese sia dal punto di vista sociale e che confermano un trend già in atto da tempo. Proprio queste evidenze ci hanno spinto a mettere a punto un progetto di prevenzione che, nello specifico, si occupa delle malattie a carico dell’apparato osteoarticolare e del tessuto connettivo”.
Il progetto, partito ufficialmente pochi mesi prima dell’arrivo del Covid-19 e rallentato proprio dalla pandemia, ha coinvolto 27 medie, piccole e micro imprese del settore manifatturiero, delle costruzioni (edili e impiantisti), del settore autoriparazione (carrozzerie e officine), per un totale di 245 lavoratori. Infatti, come riporta un report della Regione Umbria che prende in esame i dati del quinquennio 2010/2015, “il settore a maggior incidenza di malattie professionali è quello manifatturiero (comprendente numerose attività, dalla metalmeccanica alla lavorazione del legno, della ceramica, l’industria alimentare etc.), che contribuisce con il 17% al totale delle malattie, seguito dall’agricoltura con il 16% e dalle costruzioni con il 15%. Nel macro-settore dell’industria e dei servizi il 54% delle malattie è a carico del sistema osteoarticolare”.
“Il progetto – prosegue Agneletti – ha avuto l’obiettivo di far acquisire ai lavoratori la consapevolezza che la salute dell’apparato muscolare e osteoarticolare dipende anche dal proprio comportamento, dalle posture assunte durante le attività lavorative ed extralavorative, dall’abitudinarietà, consolidata nel tempo, nell’esecuzione delle fasi operative svolte durante il lavoro. Considerando che i comportamenti lavorativi sbagliati rappresentano anche l’80% di quelli svolti abitualmente, si può comprendere quanto, andando a correggerli, si possa influire positivamente sulla riduzione delle malattie che ne scaturiscono. Il lavoratore, quindi, diventa protagonista della propria salute, presente e futura. La sicurezza sta diventando sempre di più una componente della sostenibilità sociale delle imprese, perché va a incidere positivamente non solo sull’abbattimento dei trend relativi agli incidenti sul lavoro e alle malattie professionali, ma anche – conclude Agneletti – sulla qualità della vita dei lavoratori”.
“Inail ha contribuito allo sviluppo del progetto – rimarca Alessandra Ligi, direttore regionale Inail Umbria – in quanto affronta una tematica attuale ed urgente, non a caso messa al centro anche della campagna Eu-Osha 2020-2022 “Alleggeriamo il carico”, un impegno collegiale per migliorare la gestione e la prevenzione dei disturbi muscolo scheletrici che rappresentano oggi la quasi totalità delle malattie professionali denunciate all’Istituto. La pandemia da Covid-19 ha inciso in maniera rilevante sull’organizzazione del lavoro e puntare sui lavoratori, elementi di forza del sistema di gestione della sicurezza aziendale, rappresenta il valore aggiunto di questa collaborazione.”