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MURA URBICHE, LA SOPRINTENDENZA RISPONDE A ITALIA NOSTRA

di Bernardino Ragni (*)

Con una segnalazione scritta, il 22 marzo u. s. avevamo chiesto lumi, sia al Comune di Spoleto che alla Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici dell’Umbria, sulla legittimità dell’intervento a ridosso delle mura urbiche medievali di Spoleto nell’ambito della ristrutturazione di un distributore di benzina in via Martiri della Resistenza.

L’intervento, discutibile ed antiestetico, a nostro avviso contravveniva con quanto stabilito dal Codice unico dei Beni culturali in merito ai beni soggetti a tutela compromettendo la visibilità ovvero “la prospettiva” e “le condizioni di ambiente e di decoro” delle mura urbiche medievali.

Nel nostro intervento facevamo anche notare che dopo la realizzazione dei palazzi nella prossima via della Posterna, meglio conosciuti come “Ecomostri di Spoleto”, e dopo altri interventi pubblici relativi alla mobilità alternativa in prossimità di via Ponzianina, a ridosso delle mura medievali ormai tutto sembrava essere diventato possibile sia a livello di interventi di interesse ‘pubblico’ sia per quelli strettamente legati ad attività private.

Ciò premesso, ritenendo necessario un più stringente controllo e per lanciare un monito riguardo alla progressiva perdita di valore che la città storica sta subendo, chiedevamo di valutare la legittimità dell’intervento in atto.

Bisogna rendere merito alla Soprintendenza che, a firma dell’architetto Anna Di Bene, ha inviato in questi giorni una risposta puntuale e circostanziata chiarendo le modalità dell’iter progettuale e approvativo e le relative responsabilità .

Dalla ricostruzione trasmessa si evince che l’intervento effettuato ha permesso di liberare quel tratto di mura urbiche da un solaio in laterocemento che copriva il torrente Tessinello e che, in questo modo, quella parte di mura medievali sarà visibile per l’intera altezza. Inoltre, la stessa Soprintendenza precisa che il progetto di demolizione della copertura sul torrente è stato autorizzato, ai soli fini idraulici, dalla Provincia di Perugia in base ad uno studio in cui il progettista ha ‘dovuto prevedere la costruzione di un argine in muratura, dell’altezza di circa un metro da terra per contenere eventuali piene del torrente. Un precedente progetto, che prevedeva la realizzazione di un parapetto in ferro che avrebbe consentito una migliore visibilità delle mura, non è stato autorizzato’.
D’altra parte, la Soprintendenza osserva: “La costruzione del muro lungo l’argine del torrente occulta, come giustamente fatto rilevare dall’Associazione Italia Nostra, parte della vista delle mura di Spoleto. Una riduzione anche contenuta, dell’altezza del muro consentirebbe di migliorare in modo significativo la vista del manufatto”.
La Soprintendenza chiede quindi alla Provincia di ‘valutare se sia possibile apportare modifiche al progetto autorizzato al fine di migliorare la visibilità delle mura, ferma restando la sicurezza idraulica dell’opera da realizzare”.

Da questa vicenda sorgono spontanee alcune riflessioni.
1. Per prima cosa, pur avendo inviato la nostra segnalazione anche al Comune di Spoleto, al momento, la Soprintendenza è stata l’unica istituzione a rispondere formalmente in modo puntuale e circostanziato.
2. Perché gli enti preposti alla valutazione del progetto non hanno considerato prima della sua approvazione definitiva la opportunità di conciliare le esigenze di sicurezza con una soluzione che tenesse conto anche della “prospettiva” e delle “condizioni di ambiente e di decoro” delle mura urbiche medievali?
3. A questo punto, se si dovesse intervenire sull’opera già realizzata per migliorarla, chi si assumerà gli eventuali oneri, il privato o gli enti che hanno approvato il progetto?

In attesa di ulteriori chiarimenti, intanto, la sezione di Italia Nostra si affianca alla Soprintendenza nel fare appello alla Provincia di Perugia per ‘valutare se sia possibile apportare modifiche al progetto autorizzato al fine di migliorare la visibilità delle mura”, tanto più che sarebbe sufficiente, come fatto rilevare dalla stessa Soprintendenza, “una riduzione anche contenuta dell’altezza del muro” per migliorare in modo significativo la vista del manufatto.

Inviamo in allegato la risposta inviataci dalla Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici.

(*) Presidente Italia Nostra Spoleto