Movida 'boccia' Confcommercio a Terni / Il volantino 'antidroga' che fa discutere - Tuttoggi.info

Movida ‘boccia’ Confcommercio a Terni / Il volantino ‘antidroga’ che fa discutere

Luca Biribanti

Movida ‘boccia’ Confcommercio a Terni / Il volantino ‘antidroga’ che fa discutere

Rulli "Ognuno agisca secondo la propria sensibilità, era necessario farlo per la famiglia Raggi"
Mer, 01/04/2015 - 07:08

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L’omicidio Raggi ha lasciato in eredità il problema della sicurezza nella città di Terni. Il tragico evento è stato il culmine di un’escalation di episodi violenza che negli ultimi tempi aveva sensibilmente diminuito il livello di sicurezza percepito dai cittadini, portando addirittura a parlare di ‘malamovida’. Una delle tante ‘deformazioni’ che ha spinto l’associazione di cittadini residenti in centro a proporre di rendere il centro storico “luogo del silenzio”.

Una delle iniziative messe in campo dall’amministrazione comunale per cercare di arginare il fenomeno della criminalità in centro era stato un atto condiviso all’unanimità, nel quale si auspicava la collaborazione degli esercenti nella prevenzione dei reati e nel controllo della vita notturna, attraverso l’applicazione di un ‘codice etico’ di responsabilità.

Il messaggio è stato recepito dalla Confcommercio, che ha organizzato una campagna di sensibilizzazione per i gestori dei locali destinata a far discutere. Questi ultimi sono infatti stati invitati a esporre, all’esterno dei propri negozi, un cartello con un grosso simbolo di divieto con scritto “Gli spacciatori non possono entrare. Non vogliamo soldi sporchi”. Tradotto anche in lingua inglese, tanto per farsi capire meglio.

Ecco la nota integrale con la quale si invitano gli operatori a collaborare: “Confcommercio e Fipe (Federazione Italiana Pubblici Esercizi) della Provincia di Terni stanno realizzando una campagna per la sicurezza nei pubblici esercizi.
Il primo obiettivo è quello di sensibilizzare i clienti e il pubblico in generale sulla attenzione diffusa alla legalità e alla sicurezza ed è in questo senso che è stato predisposto e distribuito ai pubblici esercizi associati un cartello contenente il seguente messaggio “NO DRUGS- GLI SPACCIATORI NON POSSONO ENTRARE-NON VOGLIAMO I SOLDI SPORCHI”. Occorre recuperare terreno prima di tutto sul piano della cultura della legalità, per questo anche l’esposizione di una semplice comunicazione come quella proposta è importante per tracciare una linea di confine tra la società civile e il crimine. Schierarsi, anche visivamente per la sicurezza e contro il crimine aiuta a sostenere le ragioni della categoria per una buona qualità della vita e per la crescita economica. Gli operatori sanno bene che i fenomeni che vanno sotto il nome di “movida” sono positivi, accettati dalla popolazione e costituiscono un elemento importante di rilancio economico e di vivibilità delle città, ma sanno bene anche che esiste un modo sbagliato di vivere la “movida”: atteggiamenti anti sociali che generano degrado, abuso di alcol, consumo di sostanze stupefacenti. I gestori svolgono quotidianamente il loro ruolo essendo di fatto anche presìdi di legalità ma non possono essere “abbandonati” dalle Istituzioni ed essere costretti a gestire da soli problemi di ordine pubblico e comportamenti criminali. Il cartello ha un fronte pensato per essere esposto sia in vetrina rivolto verso l’esterno del locale sia all’interno dello stesso e un retro da esporre solo all’interno per non confliggere con la normativa dell’imposta comunale sulla pubblicità”.

TO ha svolto una piccola indagine per cercare di capire lo stato d’animo, le sensazioni e le intenzioni dei vari gestori dei locali del centro. Armati di volantino, ci siamo recati in una ventina di esercizi commerciali per carpire gli umori dei negozianti. La reazione che abbiamo riscontrato con più frequenza è stata quella della perplessità, per non dire di sconcerto, in alcuni casi. “E questo a cosa servirebbe? Cioè secondo loro se affiggo questo cartello fuori dal negozio risolviamo i problemi? Ma per favore. Sono ben altre le cose da fare. Che le istituzioni si impegnino in cose concrete e non in coreografie inutili” – questo è soltanto una delle opinioni raccolte, ma che riassume molte voci: “Io posso anche metterlo il volantino, ma che si risolve? Io sono il primo che non vuole spacciatori e guai nel mio locale, ne va del mio interesse” – dice un altro esercente.
Sul volantino di Confcommercio si legge: “Si al coinvolgimento dei gestori che svolgono di fatto il ruolo dei presidi di legalità, ma che non possono essere abbandonati dalle istituzioni di fronte a problemi di ordine pubblico”. Alla lettura di questo passaggio ecco cosa dice il proprietario di un locale: “Il problema è proprio questo, chi dovrebbe pensare alla sicurezza della città non lo fa: eppure in centro tutti sanno tutto. Il problema è che non c’è la volontà di agire”.
“Il centro è pieno di spacciatori e di gente che fa uso di sostanze stupefacenti – ci dice il proprietario di un bar – anche le persone più insospettabili ne fanno uso. Non credo che questo volantino possa essere la soluzione al nostro problema”.

Di fronte allo scetticismo generale, abbiamo contattato il presidente di Confcommercio, Ivano Rulli: “L’iniziativa di Terni è di livello nazionale. Noi, come associazione, abbiamo sentito il dovere di sensibilizzare gli esercenti verso una problematica molto sentita in città, soprattutto dopo la tragedia dell’omicidio di David Raggi. Ognuno è poi libero di agire secondo la propria sensibilità, ma era doveroso dare una risposta a una famiglia che ha dimostrato tanto amore verso la città di Terni”.

© Riproduzione riservata

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