L’amministrazione procede a tentoni sulla regolamentazione della ‘Movida‘. L’accusa arriva dai gruppi di opposizione di centrosinistra (Pd, Patto X Foligno, Foligno 2030) in seguito all’ultima ordinanza del sindaco Zuccarini, che riporta in vigore le chiusure anticipate dei locali e immette la regola della musica fino a mezzanotte. L’accusa però è relativa a tutto il centro storico.
“Foligno, dopo il terremoto del ’97, ha cambiato volto, grazie alla volontà e ai sacrifici di molti operatori economici ed anche di diverse associazioni che hanno promosso numerosi eventi, il Centro storico è diventato una vetrina per la città richiamando turisti e cittadini delle altre città umbre.
Tale vitalità ora rischia di essere compromessa“. Il riferimento è a “eventi che non vengono salvaguardati e si spostano” e la stoccata arriva sulla sicurezza: “è risultata solo una promessa elettorale. A suon di ordinanze confuse e poco incisive, il sindaco non riesce a garantire un rispetto della sicurezza dettata dalle disposizioni nazionali (mascherine e distanziamento sociale), oltre che la sicurezza generale dei cittadini viste le numerose risse, atti di violenza e vandalismo che si sono verificati nelle ultime settimane, con inoltre Piazza Matteotti, che ha ormai raggiunto livelli di degrado totale con una situazione intollerabile anche in pieno giorno“.
La chiusura anticipata, contesta l’opposizione, “permette a molte persone, senza nessun rispetto per il prossimo e per la città, di girare indisturbati per il centro compiendo atti vandalici e violenti“. E si sottolinea come la chiusura anticipata non riguardi solo la movida, ma anche “il pub di Colfiorito e il bar di Sant’Eraclio. Assurdo che debbano avere le stesse limitazioni della movida“.
Secondo il centrosinistra, “come se i problemi legati alla sicurezza
siano dipendenti dalla musica di sottofondo dei locali. Se fossimo stati al governo della città, avremmo da subito costituito una cabina di regia con le associazioni che rappresentano le attività, quelle dei residenti del centro, quelle socio-culturali che organizzano eventi, e le forze dell’ordine per definire un piano con compiti e regole precise e le modalità per farle rispettare, chi quando e come si occupa dei controlli anche negli orari più critici. Ricordiamo come altre città dell’Umbria, hanno visto spegnere la vitalità dei propri centri storici, quando è venuta meno la sicurezza, gli eventi ed il dialogo tra le associazioni. Speriamo vivamente che non venga dissipato in poco tempo tutto quello che si è costruito con tanto lavoro e fatica nel corso degli ultimi anni“.