Sulla moschea di Umbertide vogliamo chiarezza dal punto di vista procedurale e politico
È quanto hanno chiesto i consiglieri regionali della Lega Nord Valerio Mancini ed Emanuele Fiorini, nel corso di una conferenza stampa svoltasi questa mattina a Palazzo Cesaroni. Insieme al vice segretario regionale Virginio Caparvi e all’avvocato Francesca Mele, i consiglieri della Lega Nord nell’Assemblea legislativa dell’Umbria hanno illustrato l’esposto presentato da Mancini stesso alla Procura della Repubblica di Perugia, con il quale si chiede “l’immediata sospensione dei lavori per la realizzazione del centro culturale islamico; il sequestro del cantiere in attesa dei controlli sulla conformità dell’intervento alla normativa urbanistica e a quella di ordine pubblico e sicurezza; verifiche sulla correttezza dell’iter dell’alienazione dei terreni del Comune al centro culturale islamico; indagini sulla tracciabilità dei flussi finanziari per il milione di euro destinati alla realizzazione dell’intervento, così da scongiurare l’ipotesi di infiltrazioni terroristiche”.
Introducendo i lavori Mancini si è detto “orgoglioso di presentare un lavoro che la Lega sta portando avanti da un anno e mezzo“.
Adesso la Procura deve chiarire, una volta per tutte, se siamo davanti a procedure edilizie corrette perché quella che si sta realizzando ad Umbertide è una moschea e non un centro culturale. Lo dicono pubblicamente tanto il sindaco Locchi, quanto l’imam di Umbertide. Ma il primo cittadino ha pubblicamente affermato che in quei lotti non può essere realizzato un luogo di culto perché non consentito dal punto di vista urbanistico: lì si può costruire solo un struttura ricreativo/culturale. Però è evidente che qualche problema c’è se un vero e proprio minareto, alto quasi 13 metri, viene presentato nel progetto come un ‘vano tecnico’. Senza considerare l’enorme cupola moresca e la grandissima sala al piano terra, elementi che rendono poco credibili finalità meramente culturali
“Serve trasparenza e confronto con i cittadini – ha aggiunto Mancini – non come fatto finora dall’Amministrazione, che in silenzio ha sottratto un terreno ad associazioni che svolgevano attività in favore di disabili. Serve chiarezza sulle pratiche edilizie del Comune, perché quel terreno non si poteva vendere per fare una moschea. Ma la nostra battaglia non finisce qui: vogliamo che torni in Aula il documento, firmato insieme a Fiorini a gennaio 2016, per una moratoria sulla costruzione di moschee in Umbria fino alla stipula di un trattato tra Stato e religione islamica. L’atto non è stato ancora affrontato: lo porteremo in Assemblea e chiederemo un voto politico. Serve anche sicurezza, dal momento che in Umbria ultimamente sono stati espulsi 8 cittadini magrebini che facevano proselitismo terroristico”.
Emanuele Fiorini ha annunciato che la Lega chiederà “una mappatura precisa e puntuale di tutti i centri islamici in Umbria, e di sapere da chi sono finanziati. Si parla di una quarantina di moschee nel territorio umbro, ma di molti centri non sappiamo neanche l’esistenza. E dietro i centri islamici si nascondono spesso vere e proprie moschee. Noi dobbiamo sapere da chi sono frequentati e da chi sono finanziate”.