E’ morto nella notte a 64 anni Paolo Rossi, l’ero del Mundial 82 in Spagna. Pablito, come venne soprannominato dopo la cavalcata a suon di gol che portò la Nazionale di Bearzot a conquistare la Coppa del Mondo, soffriva di un male incurabile.
La notizia è stata data nella notte dalla moglie, la collega Federica Cappelletti.
Gli ultimi istanti di Paolo Rossi,
lo struggente racconto della moglie
A Perugia fece sognare lo Scudetto
Con il suo arrivo a Perugia, nella stagione 1979-80, fece sognare ai tifosi lo Scudetto, sfiorato nell’anno dell’imbattibilità. Per il suo acquisto dal Lanerossi Vicenza il presidente Franco D’Attoma inventò la sponsorizzazione sulla maglia, assegnata alla Pasta Ponte. La prima operazione del genere in Italia.
I gol e la sentenza del calcio scommesse
Con la maglia del Grifo Rossi segnò 13 reti in campionato e una in Coppa Uefa. In una stagione segnata dallo scandalo scommesse, che travolse anche l’attaccante, che si è sempre professato innocente. Il controverso processo della giustizia sportiva (nel processo penale fu assolto) lo condannò comunque a due anni di squalifica. Vissuti come un’amara ingiustizia, da Rossi. Che, come racconterà poi, aveva anche pensato di lasciare il calcio.
Nonostante l’amaro epilogo dell’esperienza in biancorosso, Paolo Rossi è rimasto sempre legato alla città di Perugia, dove ha trovato l’amore. La Rocca Paolina ha ospitato una collezione delle maglie indossate nella sua splendida carriera.
Il rientro con la Juve e il Mundial in Spagna
Rossi torna a giocare nell’aprile del 1982, con la maglia della Juventus, con cui conquista lo Scudetto. Successo bissato l’anno successivo, nel quale fu determinante.
A luglio, dopo un avvio stentato come tutta la Nazionale, rifila 3 reti indimenticabili al Brasile, due alla Polonia in semifinale e uno alla Germania nella notte magica di Madrid. Conquistando il titolo di capocannoniere del Mundial 82 e la terza Coppa del Mondo per l’Italia. Ed entrando per questo nella Hall of Fame del calcio italiano.
Tutti gli italiani lo ricorderanno con le braccia al cielo nella notte di Madrid, prima di rientrare con la Coppa in mano sull’aereo insieme al presidente Sandro Pertini.