Cronaca

Morto in Thailandia il perugino Luca Presciutti | Aggiornamento

Luca Presciutti non ce l’ha fatta. Il perugino che era stato colpito da un’emorragia cerebrale a Bangkok, dove viveva dal 2015, è deceduto nella giornata odierna in Thailandia. Per riportarlo in Italia, all’ospedale di Perugia, ed offrirgli cure migliori, si era creata una grande catena di solidarietà, che aveva portato raccogliere i fondi necessari per i familiari per il costoso trasporto.

Intoppi burocratici e poi l’aggravamento delle condizioni del cuoco umbro avevano fatto slittare il rimpatrio del 45enne. Che alla fine non ce l’ha fatta. La notizia si è diffusa in serata in Umbria. La famiglia, però, – la mamma ed il fratello da giorni ormai si trovavano a Bangkok per assisterlo – ora vuole vederci chiaro sulla morte del loro congiunto e per questo si sono affidati all’avvocato Valter Biscotti.

Poco fa su Facebook  il post dei gestori de Il Bistrot, il locale dove Luca Presciutti aveva lavorato e che si erano mobilitati per diffondere la raccolta fondi: “Ci sono momenti in cui non trovi il senso.  Eppure, con la gentilezza, la generosità, la disponibilità che hai donato e generato ci hai dimostrato che la vita deve avere sempre un senso.  Luca, sarai sempre con noi con i tuoi modi, con i tuoi sorrisi. Grazie a tutti per ciò che avete fatto, pensato e donato.  Tutti noi e la famiglia di Luca, ve ne saremo sempre grati”.

Cordoglio viene espresso anche dall’amministrazione comunale di Perugia. Questa la nota del Comune: “L’Amministrazione comunale si stringe nel dolore alla famiglia di Luca Presciutti, scomparso dopo giorni di degenza in un ospedale di Bangkok. In attesa del rientro delle spoglie e dell’ultimo, commosso saluto, occorre fare un ringraziamento speciale: benché triste e dolorosa, la vicenda di Luca ha mostrato il cuore e la disponibilità di tanti concittadini che in vario modo hanno deciso di sostenere e stare vicini alla famiglia Presciutti. Grazie Perugia per la sensibilità e per il senso di comunità dimostrato. Quello che è emerso nel dolore è un bene raro e prezioso”.

(aggiornato il 6 maggio)