Cronaca

Morte Tiberi, sì al rito abbreviato per Salvatori | Perizia sulle cause del decesso

Sì al rito abbreviato per Cristian Salvatori, condizionato però ad una perizia che chiarisca del tutto le cause della morte di Emanuele Tiberi. Il gup Amodeo ha accolto oggi alcune delle istanze dei difensori del 34enne nursino accusato di omicidio preterintenzionale, gli avvocati David Brunelli e Francesco Crisi (nella foto).  Il processo davanti al tribunale di Spoleto si aprirà quindi il 4 marzo, con il giudizio alternativo che consentirà, in caso di condanna, al giovane nursino di beneficiare dello sconto di un terzo della pena.

I difensori di Salvatori mirano però dimostrare che la morte di Emanuele Tiberi non sarebbe stata causata da quel drammatico pugno sferrato dall’imputato il 29 luglio di un anno fa fuori da un locale di Norcia. Per questo hanno chiesto, ed ottenuto, che sia effettuata una perizia super partes sulle cause del decesso. Il medico legale incaricato dalla Procura di Spoleto, la dottoressa Sara Gioia, dopo l’autopsia (a cui hanno partecipato anche i consulenti della difesa, il professor Bacci, e della famiglia Tiberi, la professoressa Colacecchi) ha indicato nel pugno sferrato dal 34enne le cause della morte dell’amico. Nelle ultime settimane, però, la difesa di Salvatori ha incaricato un nuovo consulente di parte, il professor Pascali, che ipotizza invece che il decesso sia stato causato da altro.

Nella prossima udienza, quindi, verrà nominato il perito super partes che dovrà analizzare tutte le carte dell’inchiesta e stabilire se sia stato quel pugno ad uccidere Emanuele o se ci siano effettivamente altre cause come sostiene la difesa.

Nell’udienza odierna il gup ha anche ammesso la costituzione di 9 parti civili (la mamma ed il papà di Emanuele, il fratello e la sorella, i 3 nonni, una zia ed un cugino), rappresentate dagli avvocati Andrea Andreini, Giovanni Ranalli, Francesco Cipriano, accogliendo il loro fascicolo difensivo nel quale si contesta – attraverso alcune testimonianze – l’attinenza ai fatti di un video ripreso quella stessa notte. Attraverso quel video, infatti, la difesa di Cristian Salvatori mira a dimostrare come tra i due giovani nursini fosse in atto un gioco rivelatosi poi drammatico. Tesi che viene contestata appunto dagli avvocati delle parti offese, che hanno sempre respinto l’ipotesi del gioco finito male, sostenendo addirittura che Tiberi sarebbe stato colpito alle spalle.

“Noi abbiamo posto oggi – ha spiegato l’avvocato Brunellli – un problema di accertamento della causa della morte, perché sappiamo che Emanuele è deceduto a causa di un’emorragia subaracnoidea, non sappiamo però con certezza cosa l’abbia provocata: il consulente del pubblico ministero sostiene che sia stato il colpo che gli ha inferto l’imputato, ma abbiamo acquisito dei dati dai quali sembra che ci sia una spiegazione alternativa e quindi abbiamo sottoposto questa nostra perplessità al giudice chiedendo che si approfondisca la questione”.

L’avvocato Crisi ha invece ricordato come questa “è una storia drammatica per tutti e due i nuclei familiari, su questo non c’è dubbio e siamo i primi ad avere un grandissimo rispetto per una famiglia, quella di Tiberi, che è stata colpita duramente da una perdita che è certamente drammatica. Dall’altra parte c’è una famiglia distrutta perché anche Salvatori è stato bersaglio di una situazione che è anch’essa dai risvolti drammatici”.